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Imu, stangata sui disabili ma si salvano i palazzinari

Tassa sulla casa: un emendamento esenta dal pagamento gli immobili nuovi invenduti, niente facilitazioni per anziani e portatori di handicap

Giulio Bucchi
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È la fiera dei paradossi. I continui aggiustamenti alla debuttante Imposta municipale unica (Imu) si arricchiscono giorno dopo giorno di particolari bizzarri,  se non fosse che a rimetterci sono adesso anche i disabili  e i ragazzi (oltre i 26 anni) affetti dalla sindrome di Down. Infatti se il governo non tornerà indietro (rinunciando ad una buona fetta dell'incasso sull'Imu prima casa), a pagare saranno gli oltre 300mila anziani ricoverati in strutture di lunga degenza, pensionati e ricoveri. Per entrarvi hanno dovuto in molti casi eleggervi la residenza. E se il vecchietto è così fortunato da essere anche intestatario unico di un immobile, lasciando la casa perde anche il diritto alle soglie di esenzione prima casa. Morale: pur allettato in un pensionato, per garantirsi un minimo di assistenza, pagherà - sulla casa lasciata vuota e sfitta - l'Imu come se fosse un immobile «a disposizione». Il buon senso avrebbe voluto che per la tanto sventolata «equità nei sacrifici», almeno ai nonni bisognosi di cure fosse evitata la beffa di dover pagare una tassa in più. E invece no. La pagheranno, salvo il buon cuore di qualche sindaco (che ha la titolarità delle esenzioni sulla prima casa). A Bolzano - ricca provincia autonoma - consapevoli del problema abnorme delle famiglie che sostengono un budget di assistenza ai disabili e anziani - il consiglio provinciale ha deciso proprio per questo motivo di introdurre agevolazioni per «famiglie con disabili, ospiti in case di riposo e le abitazioni date in uso gratuito ai parenti». Constatata l'impossibilità di trasferirsi tutti in blocco in Alto Adige, non ci resta che fare i conti con le bizzarre norme che vengono limate all'infinito, ma senza un'apparente coerenza di equità. Proprio ieri è passato un emendamento al decreto legge fiscale - presentato in Commissione Finanze alla Camera da Maurizio Del Tenno del Pdl - per esentare dal balzello comunale gli immobili nuovi invenduti. Insomma, lo sconto ai palazzinari che non riescono a vendere le case sì, l'esenzione ai nonni e ai disabili no. Va detto che al momento l'emendamento a favore dei costruttori ha ricevuto il parere favorevole del relatore. Ma tanto per non sbagliare il sottosegretario all'Economia, Vieri Ceriani, che ha prontamente «espresso parere conforme a quello del relatore» si è riservato di compiere un'ulteriore verifica  per vedere se l'esenzione case invendute non rischi di far saltare la copertura finanziaria. Dalla nuova tassa il governo punta ad incassare - forse in tre rate - circa 21,4 miliardi. Le esenzioni sono a discrezione dei sindaci e delle amministrazioni locali. Che però proprio dai soldi dell'imposta dovranno far uscire i quattrini necessari al mantenimento dei costi di gestione. L'Anci ha già ammonito che senza questi soldi non si sa se si riusciranno a pagare gli stipendi dei dipendenti comunali. Comprensibile quindi la ritrosia a esentare particolari categorie svantaggiate. Chi rischia di pagare l'Imu sull'unica casa di proprietà sono certamente i disabili presi a carico da qualche parente per la necessaria assistenza. Trasferendo la residenza a casa del figlio, la casa di proprietà verrà letta dal fisco come immobile sfitto e a disposizione. Quindi un lusso. Morale. Si stima che oltre 450mila persone (su 1 milione e 4mila invalidi con diritto all'indennità di accompagnamento), che hanno per necessità cambiato la residenza dovranno pagare la nuova tassa. E ancora: il governo è stato sordo a qualsiasi appello. Ora le 38mila famiglie che hanno un componente Down non potranno neppure detrarre i 50 euro per il loro congiunto disabile. Oltre il 61% delle persone con sindrome di Down ha più di 25 anni. E dopo i 26 l'esenzione non spetta più. di Antonio Castro

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