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Assegni a Minetti e De Vivo, Silvio: "Un dovere aiutarle"

L'ex presidente del Consiglio non nega i bonifici bancari a Nicole e alle gemelle: "Casi drammatici, non ho esistato a intervenire"

Nicoletta Orlandi Posti
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Un "dovere" aiutare finanziariamente Nicole Minetti e le gemelle De Vivo "in difficoltà per colpa dei pm". Silvio Berlusconi in un'intervista al 'Giornale' si difende dopo la richiesta dei magistrati nel processo Ruby bis (quello che vede imputati Lele Mora, Nicole Minetti e Emilio Fede per induzione e favoreggiamento della prostituzione) di acquisire agli atti alcuni bonifici bancari effettuati dall'ex premier a favore della Minetti e delle gemelle De Vivo (che sono anche testimoni nel processo Ruby). Nulla da nascondere - "Io non avevo nulla da nascondere - dice Berlusconi - ho usato il bonifico bancario proprio perchè si tratta di soldi trasparenti, totalmente tracciabili come risulta dal rapporto Bankitalia". E aggiunge: "Ci sono stati numerosi versamenti assolutamente non sospetti tra me e molte persone, alcune delle quali anche testimoni nel processo Ruby. Testimoni di nulla nella realtà dei fatti, perchè nessuna di queste persone può testimoniare alcunchè a mio carico. Mentre è assolutamente certo che queste persone sono state danneggiate da chi ha condotto le indagini che di loro ha dato immagini distorte con una violenza inaudita, con l'unico intento di danneggiarmi sul piano politico in Italia e all'estero". Conto personale - E dopo aver sottolineato che i soldi provengono "ovviamente dal conto personale", Berlusconi parla di altri "innumerevoli" casi in cui ha aiutato persone in difficoltà: "avendone la possibilità - ha spiegato l'ex presidente del Consiglio - quando mi trovo di fronte a casi drammatici e toccanti, non esito a intervenire, sia nel caso di singole persone sia nel caso di associazioni a scopo benefico". Tornando alle 'ragazze dell'Olgettina', Berlusconi torna a ribadire: "Tutte le mie ospiti che hanno avuto l'unica colpa di essere invitate a cena dal presidente del Consiglio sono state travolte da una colossale operazione di linciaggio mediatico. Sono state esposte al pubblico ludibrio, indicendo giornali, tv e siti internet a classificarle come escort. Il risultato è stato per tutte disastroso. E' venuta meno per loro qualunque possibilità di lavoro. Addirittura qualcuna si è vista licenziare il padre e la madre".

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