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Rosi, despota ed epuratrice Sbagliato farne una vittima

Paragone: la vicepresidente del Senato continua a lamentarsi. Ma la prima a usare l'arma dell'epurazione è stata lei

Pruneddu Pietro
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Rosi Mauro non è una vittima. Anche se ora si lamenta e qualcuno prova a farla passare come innocente. Come scrive Gianluigi Paragone "la pasionaria in tailleur verde non era una leghista tra le tante, non era una militante semplice come ora ella sostiene. Rosi Mauro era la persona a cui la moglie del Capo, dal giorno della malattia, ha affidato il controllo della Lega". Gianluigi Paragone spiega che "Rosi Mauro ha incarnato il potere della famiglia. Ha fatto e disfatto, ha brigato per un lungo periodo perché sapeva di contare sull'appoggio totale della signora Marrone. Tanto che Rosi Mauro poco tempo dopo la malattia del Senatur si trasferì a pochi passi dall'abitazione di Gemonio". Inutile che si lamenti, quindi, scrive Paragone, perché Rosi "ha perso alla fine di un gioco iniziato da lei.     Leggi il commento di Gianluigi Paragone  su Libero in edicola oggi, sabato 14 aprile  

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