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Primo effetto Belsito su Lega: partito giù dal 20 al 6 per cento

Sondaggio clamoroso a Monza, la città delle contestate sedi dei ministeri: il partito è vicino al tracollo

Lucia Esposito
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Non calo, ma vero e proprio crollo. Anche in via Bellerio in pochi potevano aspettarsi un disastro di queste proporzioni. Nei corridoi degli uffici Pdl di Monza, infatti, iniziano a circolare le prime rilevazioni sulle prossime amministrative. Nel capoluogo brianzolo si terrà uno dei test fondamentali sulla tenuta del Carroccio nelle roccaforti del centrodestra al nord. Test che, se si votasse domani, sarebbe destinato a finire malissimo. Il Carroccio passerebbe dal 20 per cento delle regionali 2010 al 6.4. Una mazzata dovuta anche alla pesante flessione subita dopo la caduta del governo Berlusconi. I primi sondaggi del 2012, infatti, già quotavano attorno al quattordici per cento il partito di Umberto Bossi. Quello di Roberto Maroni al momento sembra destinato a un futuro anche peggiore. Dato sintomatico: la Lega a Monza candida il sindaco uscente, Marco Mariani. Una mossa  che, in teoria, avrebbe dovuto portare qualche voto in più in campo leghista. Per di più, proprio a Monza negli ultimi anni il Carroccio aveva organizzato alcune delle sue campagne più importanti. Oggi, tuttavia, l'idea di portare in Brianza le sedi dei ministeri non sembra commuovere più nessuno in città. Beneficiario - Chi sicuramente potrà beneficiare del disastro padano è il Pdl, che i sondaggi vedono in timida risalita. Da un disastroso 18 per cento di poche settimane fa a un comunque traumatico 22.2 per cento. Il paragone con le regionali, infatti, è disarmante. Con Formigoni, gli azzurri erano arrivati al trentasei per cento. Undici punti percentuali più del Partito Democratico. Oggi invece la coalizione di Pier Luigi Bersani è al 42 per cento, pronta a mettere le mani su uno degli storici fortini azzurri.  Buona parte dei voti di Lega e Pdl, infine, sembra essere finita nel serbatoio di Udc e Futuro e Libertà, che sommati raccolgono l'undici per cento delle preferenze. Un dato che fa pensare i dirigenti azzurri lombardi: forse più che corteggiare Bossi sarebbe stato utile mantenere buoni rapporti con Pier Ferdinando Casini. di Laura Marinaro e Lorenzo Mottola  

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