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Pagano Mauro e Belsito per salvare Renzo Bossi

Lega, la resa dei conti. Rosi: "Vince il rancore. Lasciare vicepresidenza del Senato? Calma, un passo alla volta". E il Trota non lo toccano

Andrea Tempestini
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Rosi Mauro è stata espulsa "all'unanimità" dalla Lega Nord: per il partito è arrivata l'ora della resa dei conti, e le prime decisioni seguono quanto aveva auspicato Roberto Maroni. La seconda testa a cadere è quella di Francesco Belsito, anche lui espulso: sull'ex tesoriere della Lega si indaga per truffa ai danni dello Stato, riciclaggio e appropriazione indebite per la gestione dei rimborsi elettorali del partito. Ma una decisione Bobo non deve averla digerita affatto: durante la riunione fiume che è durata più di tre ore non si è parlato di eventuali provvedimenti disciplinari nei confronti di Renzo Bossi, che si è deimesso da consigliere regionale perché accusato, come la Mauro, di aver usato i soldi della Lega per esigenze personali. Niente compromessi per Rosi - Le novità sono trapelate dalla riunione dei vertici del partito, riuniti nella sede di via Bellerio, per l'atteso Consiglio federale. All'incontro era presente anche la vicepresidente del Senato (è arrivata al quartier generale verde in compagnia del fidanzato Pier Mosca), che fa parte del Consiglio come uditrice e quindi non aveva diritto di voto. La decisione sul destino della 'badante politica' di Bossi era tra le più attese. In precedenza si vociferava di una sorta di compromesso che prevedeva le dimissioni della Mauro dalla vicepresidenza di Palazzo Madama (rifiutate nel corso del Consiglio federale) a patto di non essere espulsa dal partito ma solo sospesa per nove mesi. Le decisioni, invece, hanno disatteso le voci: la Mauro è stata cacciata dal Carroccio proprio per il suo 'niet' al passo indietro a Palazzo Madama (si è poi appreso che Umberto Bossi e Marco Reguzzoni si sono astenuti al voto sull'espulsione della Mauro). La presidente del sindacato padano, il Sin.Pa, è sospettata di aver usato soldi della Lega per esigenze personali; dopo una mattinata passata a Roma era arrivata in via Bellerio attorno alle 16, poco prima dell'inizio del Consiglio federale. Non molla al Senato - Nella nota diramata dal Consiglio federale si spiega che "è stato poi chiesto alla senatricre rosi Mauro dal Presidente Federale, Umberto Bossi, dai triumviri e da tutti i componenti, di rassegnare le proprie dimissioni dall'incarico di vicepresidente del Senato. Rosi Mauro ha però respinto tale richiesta: dopo aver nuovamente rinnovato all'unanimità la suddetta richiesta di dimissioni dalla vicepresidenza del Senato, dopo una lunga discussione, la senatrice Mauro ha ribadito di non voler accettare l'invito, come aveva già pubblicamente dichiarato nei giorni scorsi. A questo punto - prosegue la nota - preso atto della decisione della senatrice Mauro, il Consiglio Federale all'unanimità ha decretato l'espulsione dal movimento della stessa senatrice Mauro, ritenendo inaccettabile la sua scelta di non obbedire ad un preciso ordine impartito dal Presidente Federale e dal Consiglio Federale". Il ritratto della 'badante' Rosi Mauro del vicedirettore di Libero, Pietro Senaldi Mauro: "Un passo alla volta" - "Il rancore ha prevalso sulla verità. La mia è un'epurazione già scritta". Così la Mauro, con amarezza ha commentato la sua espulsione dal partito. A chi le chiedeva se dopo la cacciata dal partito pensa di dimettersi dalla vicepresidenza del Senato ha rispsto: "Valuto tutto. Un passo alla volta". Il congresso - In via Bellerio erano presenti tutti i big del partito, dal presidente Umberto Bossi ai cosiddetti triumviri (Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago), i tre reggenti ad interim del partito. Tra le decisioni che dovevano essere prese quella relativa al prossimo Congresso federale del Carroccio, dove verrà nominato il nuovo segretario del movimento: si terrà nelle giornate di sabato 30 giugno e domenica 1 luglio a Milano. Reguzzoni tranquillo - Nella sede del partito è giunto anche Marco Reguzzoni, l'ex capogruppo del Carroccio alla Camera. Reguzzoni ha dichiarato di non sentirsi nel mirino: "Il cerchio magico, come ha detto Bossi, non esiste", ha spiegato riferendosi al gruppo di persone più vicine all'ex segretario, di cui lui farebbe parte, e che lo avrebbero influenzato nelle decisioni politiche che hanno seguito la malattia del 2004. A chi gli chiedeva se si sarebbe espresso a favore dell'espulsione della Mauro dal parito aveva risposto evasivo: "Non so che cosa verrà posto in votazione. In base a ciò si vedrà".

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