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Vendola diceva a Lady Asl: "Tranquilla ti copro io"

Il governatore pugliese indagato: avrebbe favorito la nomina di un medico del San Paolo di Bari. Nichi: "Sono sereno"

Giulio Bucchi
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Nichi Vendola è indagato per concorso in abuso d'ufficio. Ieri mattina al presidente della Regione Puglia e leader di Sel è stato notificato un avviso di conclusione delle indagini.  L'inchiesta,  condotta dai pm Desiree Digeronimo, Marcello Quercia e dal procuratore aggiunto   Giorgio Lino Bruno,  riguarda il concorso per primario di chirurgia toracica  all'ospedale San Paolo di Bari. Al governatore si addebita di aver favorito la nomina del professor Paolo Sardelli. Ad accusarlo è stata Lea Cosentino, ex dirigente dell'Asl Puglia. Nota come Lady Asl, e già al centro delle inchieste sugli affari dei fratelli Tarantini, Cosentino risulta indagata anche  in questo procedimento. A raccontare dell'avviso di garanzia è stato lo stesso Nichi Vendola. Nel corso di una conferenza stampa convocata d'urgenza, si è definito «sereno». Il presidente del gruppo PdL al Senato Maurizio Gasparri  ha ironizzato sulla «rapidità con la quale la Procura di Bari ha indagato il presidente Vendola». Per il leader dell'IdV Antonio Di Pietro, invece, «chi è innocente  va di corsa dai magistrati».   "Ti copro io" - Nell'avviso di conclusione delle indagini i pm inquirenti scrivono che  Lea Cosentino, nella qualità di direttore generale dell'Asl di Bari, con «più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso ed in tempi diversi, su istigazione e determinazione di Vendola, presidente della Regione Puglia, in violazione dei principi costituzionali di buon andamento ed imparzialità della pubblica amministrazione, avrebbe intenzionalmente procurato a Paolo Sardelli un ingiusto vantaggio patrimoniale ovvero arrecato un danno ingiusto agli altri». Ancora, rifendosi alla condotta degli indagati: «Vendola (...) assicurava tra l'altro alla Cosentino la propria “protezione” da eventuali rilievi e/o iniziative di terzi cointeressati». Secondo Lady Asl, scrivono i magistrati, il leader di Sel avrebbe rassicurato apertamente l'allora direttore della Asl Puglia: «Non ti devi preoccupare di questa cosa ti copro io!». Il memoriale - Nelle sette pagine del memoriale di Lea Cosentino, che a dicembre dello scorso anno decide di parlare con i magistrati e raccontare delle “pressioni” subite, si legge che «un'altra pressione riguarda la nomina di primario per la unità operativa di chirurgia toracica del presidio ospedaliero San Paolo. Nel 2008», spiega la Cosentino, «era andato in pensione il professor Carpagnano molto bravo e infatti quel presidio andava molto bene. Bandimmo il concorso e Vendola mi chiese di procedere velocemente e sponsorizzò la nomina del dottor Sardelli del Policlinico di Foggia, suo amico e secondo lui molto bravo; espletai il concorso ma il dottor Sardelli non presentò la domanda confidando di poter essere collocato presso il Di Venere in una istituenda unità complessa. Quando Sardelli appurò tramite Francesco Manna, capo gabinetto di Vendola, che l'istituzione non si sarebbe realizzata, Vendola mi chiese insistentemente di riaprire il concorso per consentire al dottor Sardelli di parteciparvi. Io, a fronte di tali richieste e nonostante fosse stata già composta la commissione che non si era ancora riunita, riaprii i termini del concorso, anche se non ero d'accordo, con la scusa di consentire il massimo accesso a tutte le professionalità. Era chiaramente una forzatura ma Vendola mi disse di farlo perché mi avrebbe tutelata. Vinse il dottor Sardelli poiché in effetti era il più titolato. Sardelli poi mi impose attraverso Vendola di fare una ristrutturazione del reparto e di dotare il reparto delle attrezzature idonee per la funzionalità dello stesso». La difesa di Vendola - Un racconto imbarazzante, ma il governatore pugliese ostenta tranquillità. «Mi dichiaro assolutamente sereno, come sempre in passato. Perché ogni mia azione è stata sempre improntata a garantire la trasparenza», ha detto il governatore durante la conferenza stampa. «A questo concorso, come a tutti i concorsi», ha spiegato Vendola, «mi sono interessato nella misura di chiedere che fossero concorsi veri, che avessero una platea credibile di partecipanti e che potesse vincere il migliore». Poi ha aggiungo: «Qualunque direttore generale sa che i miei unici interventi rari, relativamente ai concorsi, sono stati sempre mirati alla raccomandazione che potesse vincere il migliore. Il presidente della Regione Puglia si è poi difeso mettendo in dubbio la versione di Lady Asl: «Mi accusa la dottoressa Cosentino, mi accusa sulla base di sue dichiarazioni rese tre mesi fa, non suffragate da nessun altra prova, nessun altra documentazione, mi accusa», ha insistito, «una persona che è animata da forte risentimento nei miei confronti, avendola io licenziata al momento del suo coinvolgimento nelle inchieste sulla malasanità». di Chiara Buoncristiani

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