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Finanziamento, farsa partiti: si terranno tutti i soldi

Pdl, Pd e Udc congelano i 100 milioni di rimborsi 2008 in attesa della riforma, che non diminuirà i contributi

Giulio Bucchi
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I partiti trovano l'accordo sulla trasparenza del finanziamento pubblico: non cambierà nulla, continueranno a incassare soldi a pioggia. Una farsa a uso e consumo dell'opinione pubblica, che dovrebbe accontentarsi della buona volontà della Casta mentre intorno tutto frana tra inchieste giudiziarie e soldi (pubblici) usati a fini privati dai politici. Nella sostanza, Angelino Alfano (Pdl), Pier Luigi Bersani (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc) hanno trovato l'intesa sul congelamento dell'ultima tranche di rimborsi elettorali del 2008 che stavano ancora attendendo, 100 milioni di euro. Altro che rinuncia (l'Idv chiedeva, per esempio, di usare quel tesoretto per pagare gli esodati della riforma del lavoro): verranno incassati solo a riforma avvenuta, che però non cambierà di una virgola l'entità dei mega-finanziamenti. Più controlli - Il via libera vero e proprio c'è solo sulle norme per rendere più severi i controlli sui bilanci. Sarà istituita una commissione formata da magistrati della Corte di Cassazione, della Corte dei Conti e del Consiglio di Stato che passerà al vaglio i conti dei partiti. L'organismo sarà presieduto da Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti. L'accordo prevede poi l'obbligo di pubblicare i bilanci su Internet, di investire solo in titoli di Stato italiano, di ridurre da 50mila euro a 5mila euro la soglia delle donazioni da denunciare. Mentre le contribuzioni dei partiti politici a fondazioni, enti e istituzioni o società che superano i 50mila euro all'anno dovranno essere esaminati dalla nuova commissione. I bilanci dovranno poi essere obbligatoriamente sottoposti al controllo di società di revisione iscritte nell'albo speciale Consob.  

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