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L'autista del Trota: "Ero il suo giocattolo. Dovevo spiarlo"

Il racconto dell'uomo che lo ha incastrato col video: "Dovevo sorvegliarlo. Mi ha voluto la Mauro, poi lui si stufò e mi licenziarono"

Pruneddu Pietro
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Dopo l'autista-bancomat adesso spunta fuori l'autista-infiltrato. Oscar Morando, in un'intervista a SkyTG24, racconta la sua esperienza come dipendente del Trota. "Sono stato trattato come un giocattolo. Sono stato regalato a Renzo Bossi. La proposta lavorativa è nata della senatrice Rosy Mauro del luglio del 2010. Dovevo fare da autista di Umberto Bossi". Invece Morando si trova a lavorare per un altro Bossi: "A settembre mi ritrovo alle dipendenze di Renzo Bossi: mi è stato fatto capire che Bossi junior era poco presente sul territorio di Brescia, poco presente in Regione e non svolgeva bene i suoi compiti a livello di consigliere regionale. Da quel momento mi chiesero tolleranza zero, volevano che sorvegliassi anche le sue amicizie, aggiornarmi sui suoi punti di interesse a livello di Regione e studiare tutto ciò che lui portava nei suoi dibattiti in Regione. A marzo del 2011 Renzo ha deciso che il suo giocattolo non andava più bene e ha ordinato a Francesco Belsito di licenziarmi".

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