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Pioggia di tasse, il Pil sprofonda: finita la luna di miele Prof-Italia

I dati economici non premiano le scelte economiche del governo. E l'eccesso di pressione fiscale affossa la fiduia dei cittadini

Matteo Legnani
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Dopo le prime settimane di "luna di miele", i consensi al presidente del Consiglio Mario Monti e al suo geverno "tecnico" sono in calo. Gli italiani, sopraffatti dalle tasse, sono stufi. E i risultati, fin qui, non si vedono. Lo spread, dopo essere sceso un mese fa sotto quota 300, negli ultimi giorni è tornato vicino a quota 400. Monti lo attribuisce alle incertezze che stanno toccando la Spagna dopo la Grecia. Ma altri dati sono altrettanto poco confortanti: la produzione industrial, lo scorso mese di gennaio è colata a picco, a -5%; Il Pil, che era rimasto col segno positivo per tutto il 2010 e 2011, è sceso in territorio negativo; la disoccupazione a febbraio è risultata la più alta di sempre d quando l'Istat esegue rilevazioni con cadenza mensile: 9,3%; l'inflazione, se non cresce, non accenna a calare, ferma tra il 3,3 e il 3,4%. certo, c'è la "crisi internazionale". Ma il governo ci ha messo del suo. Prima con un abuso del linguaggio "salvifico" (i famosi decreti "SalvaItalia", "Cresci Italia, "Semplifica Italia"), poi con un abuso dell'effetto annuncio cui quasi sempre non hanno corrisposto i risultati previsti (riforma del lavoro e liberalizzazioni). Quindi con un eccesso di misure fiscali, frutto di un governo che non deve misurarsi col consenso degli elettori e he piana la strada alla burocrazia di Stato.

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