Roberto Maroni si è preso la Lega: "Complotti e cerchi magici, basta"
Orgoglio leghista a Bergamo. Bobo: "Pulizia, chi rompe fuori dalle palle". Boati e fischi quando si nominano Rosi Mauro e il Trota
Sono le 21.15 di martedì, sul palco allestito alla fiera di Bergamo per la serata dell'Orgoglio Lega sale Umberto Bossi e tra i militanti del Carroccio esplode l'entusiasmo: ovazioni per il Senatùr. Inizia così la notte in cui il Carroccio vuole tirare su la testa e ripartire dalle ceneri dell'inchiesta che lo sta mettendo in ginocchio. La parola d'ordine è "Il terremoto è appena iniziato, chi ha sbagliato via!". Insomma, "Pulizia" come invocato da Roberto Maroni. E non a caso Bobo insieme al Senatùr è il più applaudito, mentre per gli altri due membri del Triumvirato, Roberto Calderoli e Manuela Dal Lago, c'è più freddezza. Parla Maroni - Alle 21.21 prende la parola Roberto Maroni, dalla platea si alza l'urlo "Bossi Bossi" e partono i fischi con controcoro: "Lega Lega". Non il miglior segnale di unità. "Siamo diventati il partito dei corrotti, un'ignominia. Mi dispiace per Bossi che non merita questo. Ma noi siamo diversi dagli altri partiti, chi sbaglia paga!". Guarda il video su LiberoTv: Maroni su Rosi Mauro: "La Lega la caccerà" Via la Mauro - "Umberto Bossi - prosegue Maroni -, non un pirla qualsiasi, si è dimesso. E Renzo ha seguito il suo esempio (fischi dai leghisti, ndr). Giovedì il Consiglio federale espellerà Francesco Belsito. Mi spiace che Rosi Mauro non abbia accolto la richiesta del nostro presidente, ma se non si è dimessa ci penserà la Lega a dimetterla. Così finalmente - aggiunge - forse potremo avere un vero sindacato padano, guidato da un padano vero". Il pubblico si scatena, urla e saltella a ritmo di "Chi non salta Rosi Mauro è". Unità - "Facciamo pulizia subito, senza guardare in faccia a nessuno", ribadisce Maroni che però invoca "unità" all'interno del partito. "Da oggi si cambia, basta con i complotti, con le scomuniche, con le fatwe e con i cerchi". Eccolo, il riferimento al Cerchio magico che lo stesso Umberto Bossi nei giorni scorsi ha di fatto esautorato e scaricato. A fianco di Umberto - L'ex ministro degli Interni chiede di fare strada ai giovani, i Cota, i Tosi, gli Zaia. I cosiddetti 40enni rampanti, che scatenano il coro della base "Noi vogliamo i Giovani Padani". Ma poi ribadisce la fedeltà all'ex segretario Umberto Bossi: "Se si ricandiderà al Congresso federale, che dobbiamo anticipare a giugno, lo sosterrò". Quindi la chiusura col botto: "Vogliamo far diventare la Lega il primo partito della Padania. Chi rompe dalle balle, fuori dalle balle". Parla il Senatùr - Alle 21.43 è il turno di Umberto Bossi e debutta parlando di Pasqua: "Pasqua significa ripartire. Siamo vittime di un complotto. Come possibile che nessuno si è mai accorto che il tesoriere sia addirittura legato alla 'ndrangheta? E' entrato (Francesco Belsito, ndr) nella Lega perché l'ha fatto entrare un grande tesoriere, Balocchi, malato. Io gli dissi: "Non mi sembra lombardo". Valutammo il suo passato, non emerse niente. Era diventato vicepresidente della Fincantieri, bisogna avere le carte in regola, non si può essere minimamente vicino alla mafia. Devi essere pulito, lui entrò. Nessuno aveva pensato quello che poi è emerso. Quando emersero gli investimenti a Cipro, dove investe la mafia russa, io gli dissi: "Ma sei matto?". E all'improvviso lui si mette a parlare al telefono, comunicando una serie di dati. Le cose sono organizzate, non vengono per caso". Le parole del Senatùr, però, non convincono fino in fondo la platea: gelida, con qualche fischio. Conto Roma - "La cosa principale per stasera è stare uniti contro il nemico principale, il centralismo romano. La cosa principale di stasera è un giuramento fatto da chi dirige la Lega affinchè non ci siano più divisioni. Il Cerchio magico non esiste, è stato creato dopo per fare casino nella Lega. Mia moglie insegna, non ne fa parte. E' stata una persecuzione. Mi spiace anche per i miei figli, li ho nominati io. Dovevo fare come Silvio Berlusconi, che li ha mandati a studiare lontano da una stampa di regime". "Comunque - e qui Bossi è d'accordo con Maroni - chi ha preso dei soldi alla Lega li deve ridare. Io vi chiedo scusa perché i danni sono stati fatti da chi porta il mio cognome".