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Si è spenta Miriam Mafai, "ragazza rossa" della sinistra

La giornalista e scrittrice è morta a 86 anni. Ex militante del Pci e parlamentare con il Pds, scriveva per Repubblica

Andrea Tempestini
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E' morta a 86 anni la giornalista e scrittrice Miriam Mafai. La notizia è stata data dal sito di Repubblica, il quotidiano per il quale ha scritto fin dalla fondazione come editorialista, inviato e cronista politico. La Mafai era nata a Firenze il 2 febbraio 1926 ed è stata testimone di quasi un secolo di vita del nostro Paese. Militante nelle file del Pci prima e poi del Pds (con cui fu deputata in Parlamento), era detta la "ragazza rossa" in omaggio al suo compagno di una vita, Giancarlo Pajetta, il "ragazzo rosso". La carriera - La Mafai era figlia di due tra i più noti artisti del XX secolo, il pittore Mario Mafari e la scultrice Maria Antonietta Raphael, che furono tra i fondatori della corrente artistica della Scuola Romana. Comunista fin dalla gioventù, la Mafai aveva preso parte alla Resistenza antifascista a Roma. Inziò la sua carriera giornalistica a L'Unità. Dalla metà degli anni Sessanta al 1970 era stata direttore di Noi Donne e quindi inviato per Paese Sera. Quindi il passaggio a Repubblica, quotidiano per il quale ha lavorato per più di 30 anni. Dal 1983 al 1986 è stata presidente della Federazione nazionale della stampa italiana. I saggi - All'attività giornalistica, la Mafai ha affiancato una vasta produzione saggistica. Tra i suoi lavori L'uomo che sognava la lotta armata (1984) e Pane Nero. Donne e vita quotidiana nella seconda guerra mondiale (1987) e Il lungo freddo. E ancora, Storia di Bruno Pontecorvo, lo scienziato che scelse l'Urss (1992), Botteghe Oscure addio. Com'eravamo comunisti (insignito del Premio Cimitile nel 1996); Dimenticare Berlinguer (1996); Il sorpasso. Gli straordinari anni del miracolo economico 1958-1963 (1997); Il silenzio dei comunisti (2002), scritto insieme a Vittorio Foa e Alfredo Reichlin: questa parte delle sue opere.  

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