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Belsito Lega, così parlava uomo dello scandalo "Io, il tesoriere più pazzo del mondo"

Lega, l'uomo chiave dello scandalo aveva le idee chiare su se stesso. Usava il metodo degli uomini di Penati: finte caparre per affitto degli immobili

Andrea Tempestini
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Francesco Belsito, il bancomat della Lega Nord, l'uomo contro il quale si è infranto il sogno del Carroccio, aveva le idee ben chiare su se stesso: "Sono il tesoriere più pazzo del mondo", spiegava in uno degli stralci delle intercettazioni. Già, "il tesoriere più pazzo del mondo": foraggiava e tamponava le spese della famiglia Bossi con soldi pubblici, e poi curava affari che corrono sul pericoloso filo dell'appropriazione indebita proprio ai danni del Carroccio, una circostanza sulla quale stanno indagando i pm di milano (Robledo, Pellicano e Filippini). L'appropriazione indebita deriverebbe dai rimborsi elettorali che sono finiti in Tanzania e a Cipro. Le finte caparre - Il "tesoriere più pazzo del mondo", si scopre leggendo gli atti dell'indagine, era pronto a schizzare e ad andare a prelevare 300mila euro da smistare all'imprenditrice Silvana Corrado Quarantotto perché lei, stretta nella morsa dei debiti aziendali, non denunciasse una dipendente della Lega accusata di truffa. Emergono poi sinistre similitudini tra il modus operandi del tesoriere leghista e quello di alcuni esponenti del Partito Democratico travolti dallo scandalo Penati: Belisto, infatti, faceva ricorso a finte caparre, che poi venivano lasciate scadere nel quadro di un fittizio affitto immobiliare. Eccolo, "il tesoriere più pazzo del mondo".

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