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Maroni: "Pulizia, pulizia" Lega, ecco chi rischia

Bobo vuole il partito. I fedelissimi chiedono la sfiducia di Canton, uomo di Bossi. Belsito-Mauro a rischio espulsione. Malumori contro Calderoli

Andrea Tempestini
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La scalata alla Lega di Roberto Maroni inizia da uno slogan rilanciato sulla propria pagina Facebook: "Pulizia, pulizia, pulizia senza guardare in faccia a nessuno". "Rivoglio la Lega che conosco - scrive, intervenendo sulla questione morale (e legale) che sta demolendo il Carroccio -, quella dei militanti onesti che si fanno un culo così sul territorio senza chiedere nulla in cambio, se non la soddisfazione di sentirsi orgogliosi di essere leghisti". L'appuntamento con la base è per martedì a Bergamo, serata dell'orgoglio leghista. Nel frattempo, continua il braccio di ferro padano dopo le dimissioni di Umberto Bossi. Nei mesi scorsi uno dei punti più accesi dello scontro tra cerchio magico e maroniani si consumò sulla nomina del segretario leghista di Varese: la spuntò Maurilio Canton, uomo di Bossi, eletto per acclamazione, prossimo ad essere sfiduciato. Ma le tensioni non sono certo terminate: dopo gli scandali, l'ex tesoriere Francesco Belsito e 'la badante' del Senatùr, Rosi Mauro, rischierebbero l'espulsione dal partito. Verso la sfiducia - Ma è proprio sul nome di Canton, a tre giorni dallo scoppio dello scandalo nel Carroccio, che si sta per consumare il primo, significativo, strappo della 'nuova Lega', quella che dovrà reinventarsi dopo le mazzate dell'inchiesta che la sta colpendo. Dieci componenti su 16 del direttivo provinciale della Lega Nord di Varese, infatti, chiederanno la sfiducia del segretario Canton. Secondo quanto si è appreso, l'intenzione dei dirigenti di ala maroniana è stata annunciata in una lettera inviata al segretario nazionale della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti, e verrà formalizzata nella prossima riunione del direttivo. La richiesta, che potrebbe portare al commissariamento, sarebbe legata alla partecipazione di Canton alla manifestazione di giovedì davanti alla sede federale del partito, dove alcuni militanti hanno distribuito gli ormai famosi volantini che definivano Maroni "traditore" e "Giuda". L'incontro con Bossi - Venerdì 7 aprile, dopo una serie di dichiarazioni in cui veniva ribadita la reciproca fiducia (Bossi ha spiegato: "Bobo non è un traditore"), il Senatùr e Maroni si sono incontrati nella sede milanese della Lega a Via Bellerio. Con loro anche Roberto Calderoli e proprio Giorgetti. L'unica dichiarazione rilasciata al termine dell'incontro è stata dell'ex ministro dell'Interno, che ha spiegato che la Lega da subito dopo le festività di Pasqua dovrà tornare a fare politica attiva. L'unico ad essersi esposto, insomma, è stato Maroni. E poche ore dopo la notizia della richiesta di sfiducia a un uomo di Bossi. La motivazione ufficiale con cui verrà presentata la mozione - aver preso parte alla contestazione contro Maroni - non riesce però a nascondere il vero intento dei barbari sognanti: vogliono Maroni alla guida del movimento. Malumori contro Calderoli - E come spiega Matteo Pandini su Libero in edicola oggi, "nelle ultime ore parecchie sezioni stanno organizzando assemblee per fare il punto della situazione e scegliere il da farsi. Emerge una gran voglia di 'fare pulizia'. E si deve segnalare un po' di insofferenza nei confronti di Calderoli. Pochi non credono alle sue parole, quando l'altro giorno ha escluso di essersi intascato dei soldi del movimento. Però affiorano critiche per i legami con l'azzurro Aldo Brancher, definita stroica cerniera tra la Lega e il mondo berlusconiano insieme, tra gli altri, a Giulio Tremonti". Insomma la Lega è una polveriera. Lo scandalo sarà l'occasione per cambiare molte carte in tavola. La partita è aperta. Al fianco di Bobo Maroni c'è anche il fedelissimo sindaco di Verona, Flavio Tosi. L'ex ministro dell'Interno, con tutta probabilità, si prenderà il movimento. E l'ora delle purghe è già arrivata.      

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