Maroni ora vuole la Lega Sfiducia all'uomo di Bossi
Dopo l'incontro Bossi-Senatùr, maroniani chiedono sfiducia di Canton, segretario di Varese eletto per acclamazione: guerra per la successione
Dopo il terremoto in casa Lega Nord e le dimissioni di Umberto Bossi, l'ex ministro dell'Interno, Roberto Maroni, comincia la sua scalata al partito. Che Bobo volesse mettere le mani sul Carroccio (e che una grossa fetta dei militanti, da tempo, vorrebbe incoronare proprio lui) non è certo un mistero: nei mesi scorsi, agli apici delle tensioni interne al movimento, si era anche cominciato a vociferare di una possibile scissione dei cosiddetti 'barbari sognanti', ossia i fedelissimi dell'ex titolare del Viminale. Uno dei punti più accesi dello scontro tra cerchio magico e maroniani si consumò sulla nomina del segretario leghista di Varese: la spuntò Maurilio Canton, uomo di Bossi, eletto per acclamazione. Verso la sfiducia - Ed è proprio sul nome di Canton, a tre giorni dallo scoppio dello scandalo nel Carroccio, che si sta per consumare il primo, significativo, strappo della 'nuova Lega', quella che dovrà reinventarsi dopo le mazzate dell'inchiesta che la sta colpendo. Dieci componenti su 16 del direttivo provinciale della Lega Nord di Varese, infatti, chiederanno la sfiducia del segretario Canton. Secondo quanto si è appreso, l'intenzione dei dirigenti di ala maroniana è stata annunciata in una lettera inviata al segretario nazionale della Lega Lombarda, Giancarlo Giorgetti, e verrà formalizzata nella prossima riunione del direttivo. La richiesta, che potrebbe portare al commissariamento, sarebbe legata alla partecipazione di Canton alla manifestazione di giovedì davanti alla sede federale del partito, dove alcuni militanti hanno distribuito gli ormai famosi volantini che definivano Maroni "traditore" e "Giuda". L'incontro con Bossi - Oggi, venerdì 7 aprile, dopo una serie di dichiarazioni in cui veniva ribadita la reciproca fiducia (Bossi ha spiegato: "Bobo non è un traditore"), il Senatùr e Maroni si sono incontrati nella sede milanese della Lega a Via Bellerio. Con loro anche Roberto Calderoli e proprio Giorgetti. L'unica dichiarazione rilasciata al termine dell'incontro è stata dell'ex ministro dell'Interno, che ha spiegato che la Lega da subito dopo le festività di Pasqua dovrà tornare a fare politica attiva. L'unico ad essersi esposto, insomma, è stato Maroni. E poche ore dopo la notizia della richiesta di sfiducia a un uomo di Bossi. La motivazione ufficiale con cui verrà presentata la mozione - aver preso parte alla contestazione contro Maroni - non riesce però a nascondere il vero intento dei barbari sognanti: vogliono Maroni alla guida del movimento. La partita è aperta. Al fianco di Bobo, ovviamente, anche il fedelissimo sindaco di Verona, Flavio Tosi, che ha spiegato di vedere di buon occhio Maroni alla guida del partito.