Le cento mosse con cui Lusi ha derubato la Margherita
La Ttt dell'ex tesoriere curava tutti i servizi per il partito. I bonifici finivano a una società canadese: sottratti 13,6 milioni
A scoprire il giochino non hanno impiegato molto i revisori della Kpmg che hanno passato al setaccio i bilanci della Margherita degli ultimi anni. L'ex tesoriere del partito, Luigi Lusi, aveva inventato un sistema quasi perfetto per svuotare le casse del partito annotando regolarmente in bilancio tutti i trasferimenti effettuati alla sua Ttt srl, la società che lui stesso controllava insieme alla seconda moglie attraverso la canadese Luigia Ltd. Ogni bonifico o assegno rivolto a proprio favore veniva frazionato in genere in importi standard da 148 mila euro, e ammortizzato in ogni capitolo di bilancio. Così Lusi ha sottratto 618 mila euro nel 2007, circa 6,2 milioni nel 2008, poco più di 1,3 milioni nel 2009 e oltre 5,4 milioni di euro nel 2010. In tutto fanno 13,6 milioni di euro finora accertati dai revisori sui 44,3 circa che figuravano in bilancio fra le spese della Margherita fra il 2007 e il 2011. Servizi inesistenti - Come se il tesoriere avesse individuato un software che inseriva i pagamenti a Ttt ad ogni capitolo di bilancio, tutto è passato nella documentazione ufficiale approvata dai vertici del partito, visionata dai commercialisti e passata al vaglio dei controlli previsti dalla legge (i revisori della Camera e il controllo successivo della Corte dei Conti). Eppure qualcosa sarebbe dovuto saltare all'occhio. La somma più rilevante è quella trasferita complessivamente nel 2008, ma rappresentava circa il 50% delle spese effettuate dal partito. Come nessuno abbia potuto capire quel che stava avvenendo nel 2010, è invece un vero mistero. Lusi ha contabilizzato verso la Ttt srl spese quasi in ogni capitolo di bilancio per 5,4 milioni di euro su un totale di 8,8 milioni. Significa che il 61,5% delle spese della Margherita di quell'anno sono state effettuate a favore della società del tesoriere. Quell'anno la Ttt si è occupata praticamente di tutto quel che occorreva per il partito: curava il sito Internet, realizzava la propaganda elettorale, forniva elettricità, gestiva la pulizia dei locali della sede, forniva la guardie giurate per la vigilanza, era la regina di tutti i consulenti tecnici, garantiva perfino la reception all'entrata. Naturalmente la società di Lusi non faceva nulla di tutto ciò: veniva solo remunerata per servizi inesistenti. Ma gli importi complessivamente erogati avrebbero dovuto fare nascere il sospetto in qualcuno. Quell'anno si scagliò contro il bilancio - e il verbale della riunione è pubblicato perfino sulla Gazzetta Ufficiale - l'ex democratico prodiano Arturo Parisi. Un attacco però più politico che nel merito. Eppure gli argomenti non gli sarebbero mancati per fare venire alla luce del sole il sistema Lusi: per quale motivo la Margherita aveva speso per quattro anni 100 mila euro e anche meno di forniture energetiche, e nel 2010 i costi erano lievitati a 318 mila euro? Va bene che le bollette spesso rincarano per tutti, ma tre volte tanto in un solo anno era davvero un record. Se Parisi o uno qualsiasi dei revisori avesse indagato, avrebbe scoperto che il lievitare dei costi era dovuto a un pagamento alla Ttt srl di 292.800 euro. Naturalmente inspiegabile. Stesso discorso, anche peggio, per la gestione delle pulizie della sede. Quando il partito non era ancora confluito nel Pd, il costo era significativo: 80-90 mila euro all'anno. Poi con la fusione man mano i dipendenti sono stati trasferiti in carico al partito di Bersani, e con essi il costo della pulizia degli uffici. Nel 2008 la spesa della Margherita a quella voce era scesa a 45.670 euro, l'anno successivo si era ulteriormente dimezzata: 21.816 euro. All'improvviso, nel 2010 la spesa per pulizie è lievitata a 160.373 euro: otto volte tanto. Anche qui la spiegazione era una sola: a fornire il servizio per 148.800 euro era stata chiamata ancora una volta la Ttt di Lusi. Costi raddoppiati Raddoppiati in quell'anno perfino i costi notarili affidati come è ovvio alla stessa società multi servizi: costavano meno di 200 mila euro l'anno, sono passati a 444 mila euro. I dirigenti della Margherita queste domande non se le sono mai fatte, perché ad ogni voce di bilancio sarebbe emersa in un anno o nell'altro un'anomalia simile. Il software Lusi deve averli tratti tutti in inganno, anche se proprio nel 2010 ha compiuto l'unico errore di tutto il periodo: ha pagato la Ttt srl inserendo la spesa negli “altri costi del personale” per 432 mila euro, anche se la voce inserita in bilancio aveva una capienza inferiore: 303 mila euro. Anche i viaggi di piacere della famiglia Lusi sono stati contabilizzati regolarmente nel bilancio del partito: divisi fra due voci di spesa (viaggi del personale e viaggi per le campagne elettorali), sono ammontati per quanto finora scoperto a 446.400 euro, che è davvero una bella sommetta, tanto più se si pensa che è stata divisa fra soli due anni: il 2009 e il 2010. In quell'importo è compreso l'ormai celebre viaggio in Giamaica, oltre a quelli fra Roma e il Canada che servivano all'ex tesoriere anche per tenere la contabilità reale del suo sistema di prosciugamento dei fondi della Margherita. Questo sistema però alla fine ha un merito: essendo stati spesati in bilancio tutti gli ammanchi, il tesoretto della Margherita che appariva alla fine non è virtuale, ma esiste davvero. Circa 22 milioni di euro, di cui 16 su un conto corrente della Bnl e altri 6 su un altro conto. di Franco Bechis