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Maroni contro il clan del Senatur: "Ora basta, serve pulizia nel Carroccio"

L'ex ministro dell'Interno prende le distanze e non si fa vedere in via Bellerio: "Pagheremo scandalo alle prossime amministrative"

Lucia Esposito
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Un guaio dietro l'altro, grane a non finire per la Lega di Bossi, ma ora dopo la notizia dell'iscrizione sul registro degli indagati del tesoriere Francesco Belisito, è di nuova rissa nel partito. Roberto Maroni, all'Università Cattolica per parlare con gli studenti padani, non usa mezze parole, va già durissimo contro il cassiere del cerchio magico: è l'ora di fare pulizia, queste cose fanno male alla Lega e ai militanti. Maroni è sicuro che l'inchiesta giudiziaria che ha coinvolto la Lega "avrà anche ripercussioni negative" sulle prossime elezioni amministrative. Un appuntamento, quello per il rinnovo degli enti locali, che, secondo Maroni, pone ancora di più l'urgenza di "reagire subito dimostrando di non aver nulla da nascondere". Anche perché, e questo è il segreto di Pulcinella, l'ex ministro vuole la guida del movimento, e un colpo così duro al clan di Bossi e al cerchio magico è un'occasione che troppo ghiotta per non "fare pulizia". Maroni oggi è l'unico, tra i leader nazionali del partito, a non essersi fatto vedere in via Bellerio. Le dimissioni - Secondo l'esponente del Carroccio, quindi, "se qualcuno ha sbagliato dovrà rispondere. L'inchiesta in cui risulta indagato il nostro tesoriere - ha proseguito - mi sembra particolarmente importante per cui chiedo che la risposta di fare  sia un passo indietro volontariamente da parte dell'amministratore e la nomina di un nuovo tesoriere in cui abbiamo fiducia, che possa fare chiarezza sui conti e dirci davvero, finalmente, che cosa è successo prendendo in mano la situazione.

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