Caso Orlandi, ipotesi dei pm In Vaticano qualcuno sapeva
La procura di Roma: "C'è chi sa il perché della scomparsa". E la tomba di De Pedis a Sant'Apollinare non verrà riaperta
In Vaticano qualcuno sa la verità su Emanuela Orlandi. Ne è convinta la procura di Roma che indaga sul caso e che tra qualche mese dovrà decidere se chiudere la vicenda giudiziaria o procedere con le richieste di rinvio a giudizio. La novità del giorno sull'inchiesta è che non verrà riaperta la tomba di Enrico De Pedis, detto Renatino, uno dei capi della banda della Magliana, sepolto nella basilica di Sant'Apollinare. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, che indaga sulla scomparsa di Emanuela, sembra orientato a rinunciare a ispezionare il sepolcro. "Renatino" sapeva tutto? - Il ruolo di De Pedis nella vicenda non è mai stato chiarito. Il suo coinvolgimento nella vicenda risale al 2005, quando una telefonata anonima alla trasmissione Chi l'ha visto?, lo collegò alla sparizione della quindicenne. Diverse testimonianze tra cui quella di Sabrina Minardi, ex fidanzata di De Pedis, hanno messo in relazione alcuni membri della banda della Magliana alla scomparsa della Orlandi nel 1983. Al momento è difficile fare previsioni, ma le indagini hanno portato alla luce "alcuni segmenti di verità giudiziaria", a livello indiziario, difficili da poter sostenere in un eventuale dibattimento processuale. Il mistero di Emanuela Orlandi, quindi, è destinato a far discutere ancora.