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Lavoro, l'Italia sta sprofondando. E la sinistra blocca la riforma

I dati sulla disoccupazione fotografano la necessità di un intervento su contratti, flessibilità e articolo 18. Ma Pd e Cgil si oppongono

Andrea Tempestini
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I dati sulla disoccupazione fotografano una situazione drammatica: i senza lavoro sono a livelli record, e la situazione è ancor più insostenibile tra i giovani (uno su tre non trova un impiego). In questo contesto la riforma del lavoro balza in cima all'agenda delle priorità. Ma la sinistra, il Pd e la Cgil continuano a mettersi di traverso al piano prospettato dal governo tecnico di Mario Monti e dal ministro Elsa Fornero. Il leader del Pd, Pierluigi Bersani, in un'intervista al quotidiano di famiglia Repubblica, spiega che "la riforma del lavoro va salvata". Peccato però che poi ponga proprio quei paletti contro ai quali la trattativa potrebbe arenarsi. Articolo 18 - Bersani spiega: sì al reintegro "e votiamo prima di maggio". Poi l'appello: "Cambiamo insieme l'articolo 18. Io vedo la possibilità di un punto di caduta condiviso in Parlamento e lo scenario di un incaponimento del governo non lo prendo nemmeno in considerazione". Secondo il segretario democratico si potrebbe fare una buona riforma "se si corregge qualche aspetto" e si dice pronto a discutere al tavolo della trattativa alcune delle richieste del Pdl sulla "flessibilità in entrata". Tante buone intenzioni, che si frantumano sempre contro il totem dell'articolo 18. Bersani sottolinea come non sia negoziabile il fatto di prevedere il reintegro del  lavoratore secondo i modello tedesco. "Non voglio piantare bandierine - aggiunge -, cerco una soluzione equilibrata. Avete visto le cose che ha detto il Cardinal Bagnasco? Mica anche lui sarà al seguito della Cgil...". E il Paese affonda - Forse Bagnasco, al seguito di Susanna Camusso, non ci sarà. Il Partito Democratico, invece - pur dilaniato dalle correnti, tra chi appoggia la riforma Fornero e chi no - di fatto lo è. Il sindacato rosso continua la sua lotta e promette scioperi selvaggi contro la riforma del lavoro. Bersani, da par suo, utilizza toni più concilianti, ma la sostanza non cambia: ad opporsi a una riforma del mercato del lavoro è la sinistra. Il Paese, nel frattempo, va sempre più a fondo.

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