Imprenditore tenta suicidio strozzato dalle tasse: siamo a 3
Terzo gesto in tre giorni: il proprietario di un'azienda si getta in un canale ma si salva, nel Trevigiano la protesta di benzinaio
Ancora un gesto disperato dovuto alla crisi. Fortunatamente però, questa volta il tempestivo intervento dei soccorritori ha evitato il peggio. Ha scongiurato che la lunga scia di sangue di imprenditori suicidi si allungasse ulteriormente. Un uomo di cinquant'anni, titolare di un'azienda di Novara, ha cercato di farla finita gettandosi nelle acque del canale Regina Emilia, nella periferia della città. L'imprenditore, come molti altri suoi colleghi stritolati dalle difficoltà economiche - spesso dovute più all'impossibilità di riscuotere i crediti che ai debiti accumulati - non riusciva più a far quadrare i conti. Non ce la faceva più a mandare avanti la propria azienda e, preso dallo sconforto, aveva deciso di dire basta. L'allarme del pescatore A lanciare l'allarme e ad avvisare la polizia di quanto stava accadendo è stato un pescatore che si trovava in zona. Gli agenti, accorsi in pochi minuti sul posto, per trarre in salvo l'impresario novarese hanno dato vita ad una sorta di catena umana. Una volta raggiunta la riva, i poliziotti hanno cercato di rassicurare l'uomo sulla risoluzione dei suoi problemi. «Purtroppo» dicono gli agenti «si tratta di un imprenditore che aveva costruito la propria attività con tanti sacrifici e che ora è stato schiacciato dalla congiuntura economica che stiamo vivendo». Nelle stesse ore, nel Trevigiano un benzinaio è rimasto a lungo incatenato ad un lampione davanti alla sede dell'Agenzia delle Entrate, e a poche decine di metri dall'ingresso del commissariato di Polizia, per protestare contro il rincaro dei prezzi e le condizioni al ribasso imposte dalle compagnie petrolifere, fattori che l'hanno costretto a chiudere il proprio distributore. Concorrenza spietata Giancarlo Borsoi, 52 anni, di San Vendemiano, ha deciso di manifestare platealmente tutta la propria rabbia contro i «poteri forti», come recitava il cartello appeso sopra al palo. Il benzinaio trevigiano, gestore di una pompa TotalErg, dice di essere stato costretto a chiudere perché nel raggio di pochi chilometri dalla sua area di rifornimento sono stati aperti altri distributori, pompe bianche con prezzi decisamente più competitivi rispetto a quelli attuati della sua compagnia petrolifera. Ed in tempi di ristrettezze economiche, con il prezzo della benzina ormai a due euro al litro, nel giro di poche settimane aveva perso gran parte della sua clientela. Nel tentativo di recuperarla aveva chiesto più volte alla società petrolifera di poter applicare degli sconti, ma la risposta è sempre stata negativa. Tre giorni fa invece, a Figline Valdarno, un imprenditore di 60 anni si è tolto la vita nella sua abitazione, pugnalandosi alla gola. Pare che da qualche tempo la sua azienda non riuscisse più a vendere la stessa quantità di prodotti per l'igiene personale nelle farmacie e nei negozi specializzati. Sarebbe stato proprio questo netto calo di introiti ad aver determinato uno stato di depressione. Da qualche tempo anche i familiari avevano notato che era taciturno e che soffriva di una certa stanchezza psicologica, ma non al punto di pensare che arrivasse ad uccidersi. di Alessandro Gonzato