Sexy-moglie di Montalbano: viva il mio amore criminale
La Ranieri fa il 14% di share nel nuovo ciclo "Amore criminale" e confessa: ora sogno un film con Verdone
Tubino nero, tacchi a spillo e quell'eleganza innata che si porta dietro sin da ragazzina. Luisa Ranieri è un mix esplosivo di sex appeal e un'attrice di talento, ma anche una donna coraggiosa capace di fare le scelte giuste. Nel nuovo ciclo di Amore criminale, in onda su Raitre il sabato sera alle 23.40, è la voce narrante di un programma che punta l'obiettivo sulle storie d'amore che terminano con un omicidio. Ogni puntata è dedicata a una donna uccisa dal proprio partner, dopo aver subìto violenza fisica e sessuale. Spesso tra le mura domestiche. Ma da una recente indagine è risultato che il 93% delle violenze perpetrate dal coniuge non viene denunciata. «La violenza sulle donne è un tema che mi sta molto a cuore», dice la Ranieri in questa intervista a Libero, «sono soddisfatta della share (14%) ottenuta. Siamo solo alla prima puntata». Perché un'attrice di successo sceglie di raccontare il lato oscuro di certi uomini? «Sono una grande sostenitrice delle donne. Soprattutto di quelle che affrontano tra le mura domestiche situazioni da incubo. La cosa più terrificante è che se chiedi nessuno sa. E chi sa, tace». Trova una giustificazione? «In realtà è un antico retaggio, come la cultura del possesso che molti uomini vivono nel terrore di essere abbandonati. Nelle loro donne spesso vedono le mamme. Ma quando l'insicurezza e la gelosia diventano un'ossessione pericolosa si deve mettere fine ad una storia che si sta trasformando. Basta farlo in tempo, prima che lui non le guardi più con gli occhi dell'amore». In Italia muore una donna ogni tre giorni per mano del partner. Chi saranno i protagonisti della prossima storia di Amore criminale? «Due ragazzi di Gela, Nicola Incorvaia e Manuela Valletti. Lui 23 anni, lei 21, sposati e con due bambini. Poi, all'improvviso è accaduto qualcosa. La paura della separazione ha preso il sopravvento e c'è stato l'omicidio. Nicola ha avuto il rito abbreviato». E pensare che credevamo di essere noi, il sesso forte... «In fondo lo siamo. Ognuna di noi si è presa i propri spazi. Credo che oggi, nonostante i gravi fatti di cronaca, le donne siano sempre più decise e meno manipolabili». Lo è anche lei? «Faccio parte di una generazione di donne forti e indipendenti. Sono cresciuta in una famiglia di femmine: mia madre ha sette sorelle. Ho avuto un'educazione classica, ma sono sempre stata autonoma». Come ha dimostrato la sua indipendenza? «A 13 anni sono andata ad Amburgo per studiare il tedesco. A 18 sono andata via di casa, per poi ritornare. Puoi scardinare solo se hai solide basi, altrimenti vai fuori di testa». Infatti è diventata una splendida mamma. Quanto è cambiata la sua vita? «Mi sento una donna appagata. Mia figlia, a cui dedico il 70% del mio tempo, è il più bel film della mia vita, e il mio compagno Luca (Zingaretti attualmente impegnato in Sicilia sul set di Borsellino) il premio più ambito. Mi fido molto di lui, tra noi l'amore è perfetto». Se tornasse indietro cambierebbe qualcosa? «Nulla, ho mantenuto stretti i miei sogni. Sono una che si auto-protegge. Continuo a frequentare le persone che mi guardano solo come sono nella realtà, e non come appaio al cinema». A proposito di cinema, qual è il regista con cui le piacerebbe lavorare? «Carlo Verdone. È un ottimo regista e ha le idee chiare su come raccontare le sue storie. Inoltre è un attore che mi diverte moltissimo. Lavorare al suo fianco sarebbe davvero entusiasmante». Intanto ha un nuovo progetto? «Una commedia brillante di Medusa. Sto leggendo il soggetto». Quando le dicono che è una donna sexy, una che piace agli uomini, cosa risponde? «Che sono lusingata, ma che mi interessa poco. Nelle scelte che ho fatto non ho mai puntato solo sul mio aspetto fisico. Sarebbe stato un errore. Sono convinta che in una donna ci sia molto, molto più di questo». di Annamaria Piacentini