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Imu, beffa seconde case: risparmiano i più ricchi

I calcoli della Uil e della Cgia di mestre: la tassazione sulla seconda casa schizza per i redditi di 25mila euro e scende per quelli da 100mila euro

Andrea Tempestini
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La mazzata sull'Imu sta per abbattersi sull'Italia e gli italiani. Ma la stangata che porterà in dote la nuova Ici non sarà uguale per tutti. Chi ne patirà meno gli effetti non saranno le categorie più deboli ma i benestanti, per esempio chi ha una casa per le vacanze o chi affitta un'abitazione in nero. Per questa categoria di persone non ci sarà nessun inasprimento del prelievo; anzi, in certi casi potrebbero anche risparmiare qualcosa rispetto al precedente sistema di tassazione. La storutra sorge poiché l'Imu sostituisce sia l'Ici sia l'Irpef sui redditi fondiari, che veniva applicata agli immobili non affittati. Viene così meno la progressività del prelievo che caratterizza l'Irpef, e a goderne sarnno i redditi maggiori. In arrivo anche la riforma del Catasto Contano i metri quadri, non i vani Leggi l'approfondimento Le simulazioni - I dati vengono snocciolati dalla Cgia di Mestre, secondo cui la tassazione sulla seconda casa di un proprietario con un reddito di 100mila euro lordi annui potrebbe scendere di 14 euro, passando così da 1.163 a 1.149 euro. Al contrario, nel caso in cui il proprietario guadagnasse 25mila euro, il prelievo salirà da 641 euro a 766 euro. I dati sono stati ricavati da alcune simulazioni effettuate dalla Uil, che spiegano anche come per redditi fino a 23mila euro annui l'aumento medio del balzello sul secondo immobile per esempio di 90 metri quadri sarà di 95 euro. E al contrario, un lavoratore autonomo con un reddito superiore a 90mila euro, risparmierà 7 euro. Stangata fino al 3.000% - Per tutti gli altri casi, invece, saranno lacrime e sangue. Nel caso delle seconde abitazioni, per le quali l'aliquota è del 7,6 per mille, spariscono le detrazioni prospettate per la prima casa, e il calcolo della nuova Imu lascia a dir poco perplessi. Per esempio, chi affitta regolarmente una casa di 100 metri quadri a Milano, dovrà pagare 1.300 euro, rispetto ai 431 del 2010. A Roma il balzo è da 739 euro a 1.790 euro, mentre a Lecce si passa da 268 a 593 euro. Chi ha scelto un canone concordato verserà ancora più lacrime: secondo Confedilizia, in questo caso, gli aumenti oscilleranno dal 300% di Siena al 700% di Parma (viene poi segnalato il caso di Forlì, dove la mazzata supera il 3.000%).  

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