Bechis: Monti ha superato se stesso Con il testo massacra i più piccoli
A forza di tassare gli italiani il premier ci ha preso gusto: la riforma fiscale sarà una mazzata per i più deboli
forza di tassare gli italiani come non si vedeva da anni, Mario Monti deve averci preso proprio gusto. Così la prossima settimana chiederà al consiglio dei ministri una delega per torchiare ancora meglio i contribuenti. Sulla carta si chiamerà «riforma fiscale» e vorrebbe ridisegnare la delega (che era anche di riforma assistenziale) già in vigore con la firma Tremonti. Con la scusa della semplificazione e della chiarezza, il nuovo testo di legge che Libero ha letto in bozza, riuscirà a fare battere a Monti il record assoluto della pressione fiscale (che ha appena conquistato in questo 2012). Fin nella premessa per altro il premier non nasconde le intenzioni: Tremonti aveva promesso un'Irpef ridotta a tre scaglioni del 20, 30 e 40 per cento? Beh, scordatevela. Io non abbasso di un centesimo la pressione fiscale sulle persone fisiche. I mio predecessore aveva disegnato una progressiva eliminazione dell'Irap sulle imprese? Anche questa finisce nel cestino, perché oggi mi regala 35 miliardi di entrate e non ho intenzione di rinunciarvi. Fatta a pezzi la riforma Tremonti, il premier prepara la sua. Inizia con l'abuso di diritto. Il testo del decreto / 1: Relazione illustrativa Il testo del decreto / 2: Delega articolato In questi anni le imprese hanno arruolato piccoli eserciti di consulenti fiscali che spiegavano loro operazioni consentite dalla legge grazie a cui pagare meno tasse. Il fisco ogni tanto ne contestava qualcuna, sostenendo che così si eludevano le norme. Si è finiti in Italia davanti alla Corte di Cassazione e in Europa davanti alla Corte di Giustizia. Che hanno sentenziato: è tutto legale. Ma state abusando del senso della legge. Quindi è illegale, e avete evaso le tasse. Fin qui sulla base di quella sentenza si è deciso un po' caso per caso. Quando aveva bisogno di soldi, l'Agenzia delle Entrate contestava la singola operazione a questa o quella società. E presentava il conto: mi dovresti 500 milioni in più, credo proprio che te li contesterò. Ma se paghi subito, fanno 200 milioni. Così è accaduto nel 2011: solo dalle banche Befera ha incassato in questo modo circa 1,5 miliardi. Se avevi fortuna, la passavi liscia. Se andava male, facevi il patto e pagavi. Ora Monti vuole fare chiarezza. E la fa a modo suo: pagherai sempre, pagherai tutto. Prima stangatina chiara alle imprese. Ma al premier è venuta voglia di fare chiarezza in altro campo. Siamo al capitolo “La revisione della tassazione dei redditi di impresa e di lavoro autonomo”. Secondo Monti qui c'è il caos: troppe tassazioni differenti. Si tassa l'impresa, si tassa l'imprenditore, si tassano diversamente gli utili ottenuti da partecipazioni non rilevanti (quelli dei piccoli azionisti), e quelli ottenuti da partecipazioni rilevanti (i padroni della società). Idea: tassiamo tutti allo stesso modo, grandi e piccoli imprenditori, partite Iva, professionisti. Solo due scelte: si prendono gli utili, e allora vengono tassati nel modello Unico secondo le aliquote Irpef esistenti (dal 23 al 43% secondo il reddito). Oppure si lasciano dentro la società o lo studio professionale per gli investimenti, e vengono tassati al 27% secondo l'aliquota del reddito di impresa (l'attuale Ires che Monti vorrebbe ribattezzare in «imposta sul reddito imprenditoriale», Iri, forse in omaggio a Prodi e al famoso carrozzone di Stato). Bello, no? Peccato che quei guadagni oggi fossero tassati al 20% se sei piccolo azionista, e fino a un massimo del 21,37% se sei azionista di maggioranza (si tassa infatti fin o al 43% solo il 49,72% degli utili percepiti). Risultato? Ovvio: in entrambi i casi le tasse raddoppiano. Se invece si lasciano gli utili dentro la società, si paga il 27% e cioè fra un sesto e un quarto più dei soldi che oggi spendi come vuoi. Purtroppo a Monti sono venute altre due belle idee. La prima è sul catasto: oggi i valori delle case sono troppo lontani dalla realtà di mercato. Quindi vanno rivisti verso l'alto. Naturalmente si allarga la base imponibile su cui verrà applicata l'Imu, quindi le tasse saliranno. Monti questo l'ha capito e dice: i comuni dovranno abbassare le aliquote in modo di non fare pagare più tasse a nessuno. Giusto. Ma il premier si è dimenticato un particolare: l'aliquota minima sulla prima casa l'ha stabilita il governo. E siccome in questa delega si dimentica di abbassarla, la compensazione sarà possibile solo sulle seconde case. Le tasse per tutti gli altri aumenteranno. La seconda buona idea Mettiamo tetti più stringenti alle emissioni? Ma no, e il premier che ci guadagna così? E più semplice: basta tassare i comignoli delle imprese. Arrivano così le “green taxes” e le “carbon taxes” tanto per gradire. Non è più un caso: Monti ha proprio il virus della tassite.di Franco Bechis