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La Camusso spara su Biagi: Caos lavoro colpa sua

La numero uno della Cgil sul Libro bianco del giuslavorista ucciso dalle Br nel 2002: "Ha dato il via alla stagione dell'incertezza"

Giulio Bucchi
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C'è la crisi in tutto il mondo. La gente perde il lavoro negli Usa, in Francia, in Gran Bretagna. E fa fatica a ricollocarsi. Di precari ce n'è in Italia come negli altri paesi. Ma la numero uno della Cgil Susanna Camusso, evidentemente, considera le difficolta del mondo del lavoro italiano come la conseguenza di peculiari e nostrane politiche. Che, dice, hanno la loro radice nel Libro bianco che il giuslavorista Marco Biagi scrisse ormai dieci anni fa. E per il quale, o anche per il quale, venne ucciso dalle Brigate rosse nel 2002.  "Pensai allora - spiega la Camusso a proposito del Libro bianco - e lo pensammo tutti che avrebbe dato il via a una stagione di incertezza e devo dire che dieci anni dopo avevamo ragione".  Intervenendo alla registrazione della puntata di 'La storia siamo noi', 'Marco Biagi: chi tocca muore", in onda stasera alle 21 su Rai 2, Camusso ha aggiunto: "La somma e la moltiplicazione della possibilità d'ingresso, contenute nel libro, significavano percorsi meno coerenti". "Non era un nemico" - Quanto al ruolo della Cgil di allora, per la Camusso "la Cgil ha potuto fare errori di personalizzazione, di aver confuso lo studioso con il Governo, ma non ha mai avuto in mente l'idea di avere davanti un nemico e mai un interlocutore. Personalizzare è sempre un errore, ma il fatto di citare tante volte una persona non significa considerarlo un mandante".    

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