Carramba che brutta sorpresa Negata vincita da un miliardo
Il Tar del Lazio, dopo 14 anni, ha dato torto alla concorrente: niente soldi a causa di un errore "scenografico"
Se la cassaforte di 'Carramba che fortunà rimase chiusa non può bastare la prova 'moviolà del semaforo verde che invece erroneamente si accese per aver diritto alla vincita miliardaria. Si è conclusa così la vincenda di una concorrente del programam di Rai1 condotto da Raffaella Carrà che rivendicava una vincita di un miliardo di lire che a suo avviso aveva ottenuto nel 1998 nel corso della sua partecipazione al programma. La II sezione del Tar del Lazio ha negato alla donna (una signora di Sassari) l'assegnazione del premio concordando con la tesi che ci fu un errore scenograficò. Una sentenza che ha chiuso una battaglia legale durata 14 anni. Era l'11 ottobre 1998, quando la donna partecipò alla trasmissione per la quale il regolamento prevedeva che il premio sarebbe stato aggiudicato esclusivamente in caso di esito favorevole di una prova. Occorreva introdurre una chiave in una cassaforte e, qualora la porta si fosse aperta, ci sarebbe stata la conseguente e contestuale accensione di un semaforo verde a significare la vincita. Quel giorno però accadde che all'inserimento della chiave la cassaforte rimase chiusa ma il semaforo mostrò ugualmente la luce verde. La donna si è rivolta così al Tar sostenendo che la prova era risultata favorevole e che la porta non si era aperta per un malfunzionamento, nonostante il semaforo fosse stato verde. Tesi però contestata dalla Rai, rappresentata dall'avvocato Carlo Pandiscia, secondo la quale il semaforo era solo un elemento scenografico che non comportava l'attestazione dell'esito della prova. Il Tar ha ritenuto non condivisibile la doglianza della donna. "Proprio secondo la disciplina di gara - scrivono i giudici nella sentenza - l'accensione della luce non può essere considerata, in sè e per sè, un elemento atto a 'determinarè la vittoria, e dunque a costituire il diritto all'aggiudicazione del premio, ovvero a determinare la sconfitta". Di conseguenza "proprio nella meccanica del gioco in questione", nel caso in cui "si accenda una luce che contraddica l'esito della gara, deve ritenersi che il semaforo non abbia assolto correttamente alla sua funzione per un malfunzionamento; e non certo che la vittoria debba e/o possa arridere a chi non sia riuscito a far aprire la porta con la 'giustà chiave". Dunque alla donna non spetterà il premio sperato.