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Merkel manda ad Atene ispettori del fisco tedeschi

Sì di Berlino agli aiuti per la Grecia, ma Angela si cautela: 160 funzionari per insegnare ai greci come si pagano le tasse

Lucia Esposito
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Il dibattito è stato molto acceso, ma alla fine il Bundestag ha approvato con vasta maggioranza (496 favorevoli, 90 contrari, 5 astenuti) la quota tedesca del nuovo pacchetto di aiuti alla Grecia. Le forti defezioni nella coalizione della cancelliera Angela Merkel sono state ampiamente compensate dai voti dell'opposizione socialdemocratica e verde. Il soccorso tedesco, però, non sarà dato alla cieca, ma sotto stretta vigilanza. Perciò, dopo sottomarini, panzer e cannoni, dalla Germania dovrebbero venire esportate in Grecia anche truppe scelte: gli sceriffi del fisco in missione speciale per combattere l‘atavico vizio ellenico dell'evasione fiscale. Di sicuro non indosseranno un'uniforme militare, però formeranno un piccolo esercito di volontari reclutati negli uffici finanziari dei Länder, specialmente nel Nordreno-Vestfalia, per stanare quanti  non pagano le tasse nel Paese di Omero. L'aiutino L'indiscrezione fatta circolare dal Financial Times ha trovato conferma nei competenti ambienti governativi tedeschi. Hans Bernhard Beus, sottosegretario del ministero federale delle Finanze, uno dei più stretti collaboratori del ministro Schäuble, ha detto che circa 160 funzionari sono pronti ad aiutare la Grecia nell'allestimento di una efficiente amministrazione tributaria. Per questo progetto, oltre alle autorità regionali del Nordreno-Vestfalia, hanno dichiarato la propria disponibilità anche quelle dell'Assia. Sicchè si è creato un asse politicamente trasversale che comprende sia la Cdu, il partito di Angela, al governo in Assia, sia il partito socialdemocratico (Spd) il più importante dell'opposizione, al governo sulle sponde del Reno. Tra le ipotesi allo studio per il reclutamento degli specialisti «made in Germany» c'è la riattivazione di funzionari in pensione. «Occorre mobilitare tutte le energie, chiamando tecnici che hanno accumulato una vasta esperienza e ora sono liberi da altri impegni», ha dichiarato il democristiano Thomas Schäfer, ministro delle Finanze dell'Assia. Il punto di partenza degli sceriffi sarà il dossier Grecia redatto dall'apposito ufficio Taxud della Commissione di Bruxelles. Sono cifre da paura: il 75 per cento dei professionisti (medici, notai, avvocati, ingegneri) dichiara un reddito inferiore al minimo per l'esistenza. Come la DDR I mille maggiori contribuenti non vengono adeguatamente controllati. L'evasione ammonta a 15-20 miliardi di euro l'anno in un Paese con undici milioni di abitanti, contro i 30 miliardi stimati per la Germania con una popolazione otto volte più grande. Per molti tedeschi viene automatico il paragone della Grecia di oggi con la Germania orientale del 1989-90 uscita in rovina dal regime comunista di Honecker. «I greci attualmente devono risolvere i problemi che si trovò di fronte la DDR nel 1990», ha fatto notare il socialdemocratico Norbert Walter Borjans, ministro regionale delle Finanze a Düsseldorf, «Solo che i forti pregiudizi che all'epoca avevano i tedeschi dell'Est nei confronti dei tedeschi dell'Ovest, adesso saranno molto più forti nei greci verso la Germania».  Lo stesso Borjans è il primo ad ammettere che le proteste anti-tedesche in Grecia «sono causate anche da certi toni sbagliati in Germania». Un eufemismo per alludere alle pesanti ingerenze di Berlino che hanno portato all'annullamento del referendum sul piano “salva-Grecia” e al probabile rinvio delle elezioni. Senza contare che le tasse pagate dai cittadini greci andranno a ripagare il debito contratto da Atene con le banche tedesche. di Enzo Piergianni

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