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Amici pericolosi e titoli falsi: ombre sul tesoriere padano

Francesco Belsito investì i soldi della Lega in Tanzania. Ma ci sono altri dubbi sulla sua carriera. E Bossi medita...

Giulio Bucchi
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I soldi della Lega in Tanzania rischiano di essere solo una delle grane di Francesco Belsito, il tesoriere del Carroccio e uomo di Umberto Bossi finito nel mirino per altri guai. Il Secolo XIX ha scovato alcune ombre nel suo passato: a 22 anni beccato alla guida senza avere ancora ottenuto la patente, quindi una denuncia dall'Università di Genova per un diploma consguito ad Afragola probabilmente falso (il suo nome non risultava nell'elenco degli esaminandi e la firma del preside sull'attestato non risultava). Belsito aveva in passato ribadito di essersi diplomato a Palazzi e non ad Afragola (tesi poi smentita da Libero). A Genova niente università: il futuro tesoriere padano ha cercato fortuna a Malta e a Londra, annunciando di essersi specializzato in Scienze della comunicazione ma di non potere esibire i titoli in Italia. Ci sono poi i guai finanziari, con amicizie "pericolose" (due crac ravvicinati, ricorda il Secolo XIX, e l'accusa da parte di un curatore fallimentare di essersi intascato centinaia di milioni di vecchie lire indebitamente). Spuntano i nomi di un ex democristiano, Ermanno Pleba, nei guai per operazioni finanziarie poco chiare e rapporti con imprenditori liguri - dicono le cronache - vicini alla 'ndrangheta. Insomma per Belsito, ex portaborse di Alfredo Biondi in Forza Italia, un pedigree non proprio immacolato. Nonostante, tutto, Bossi continua a difenderlo anche se sulla questione dei soldi della Lega investiti a Ciprio e in Tanzania la linea del Senatùr non è più così granitica: "La prossima volta magari chieda a me prima di fare investimenti all'estero"...

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