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Giù dal traliccio il leader dei No Tav: è grave

Abbà, 37 anni, guida la protesta contro lo sgombero della polizia in Val di Susa, si arrampica sul palo della luce ma cade fulminato: in coma

Lucia Esposito
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Luca Abbà, uno degli esponenti del movimento No Tav, considerato da molti il leder,  proprietario di uno dei terreni  interessato dallo sgombero, è caduto da un traliccio ed è in gravissime condizioni: ora è ricoverato al Cto di Torino, in coma farmacologico ma fuori pericolo. Il 37enne Abbà, che con altri quindici esponenti del movimento che si ribella alla costruzione della ferrovia, si trovava alla baita Clarea a Chiomonte per sorvegliare il cantiere. Quando ha visto l'inizio delle operazioni di recinzione dell'area partite con un giorno di anticipo rispetto alle previsioni. si è arrampicato su un traliccio della luce ma nell'operazione avrebb toccato i fili della corrente: precipitato, è stato soccorso dagli agenti e trasportato all'ospedale. I No Tav si sono mobilitati in tutta fretta alle 8 quando hanno capito che le operazioni di esproprio per l'allargamento del cantiere sarebbero state anticipate rispetto all'orario d'inizio previsto per la notte tra lunedì e martedì. Drammatico il documento audio fornito da Radio Blackout. L'emittente vicina agli antagonisti si era collegata in diretta con Abbà, appena entrato nel cantiere e arrampicatosi sul traliccio. "Gliel'ho fatta ancora sotto il naso - diceva Abbà pochi secondi prima dell'incidente, a 10 metri d'altezza -. Se non la smettete (rivolgendosi agli agenti, ndr) sono pronto ad appendermi ai fili elettrici". Ascolta l'audio di Abbà prima dell'incidente Alta tensione - Le operazioni al cantiere non si sono fermate. La Questura ha precisato di aver invitato più volte Abbà a scendere e mettersi al sicuro prima del drammatico incidente, ma questo non basta a placare le ire dei compagni dell'uomo. Al Cto di Torino (dove stasera alle 20 si terrà una veglia di preghiera) alcuni antagonisti hanno mandato via in maniera molto brusca i giornalisti accusandoli di essere corresponsabili di quello che sta accadendo in Val di Susa. Un cronista de La Stampa è stato preso a calci e schiaffi e fatto uscire dall'edificio. Le autorità assicurano che la baita dei No Tav in Valle Clarea, presidio storico del movimento che si oppone alla ferrovia ad alta velocità, non verrà abbattuta. Ma ai No Tav non basta. L'autostrada A32 Torino-Bardonecchia è stata occupata  da un centinaio di attivisti e chiusa su entrambe le carreggiate all'altezza dei comuni di Borgone e Susa. Un blocco analogo è presente sulla strada statale 25 della Val Susa. Nelle maggiori città italiane oggi pomeriggio sono in programma presidi di protesta mentre il segretario di Rifondazione comunista-FdS Paolo Ferrero annuncia presidi davanti alle Prefetture e davanti a Palazzo Chigi "vista la gravità di quanto sta succedendo in Val di Susa, dai pestaggi di sabato all'azione militare di stamani". E non fanno stare tranquilli nemmeno i proclami dei canali media del movimento, da Radio Blackout al sito Indymedia, che parla apertamente di "tentato omicidio" nei confronti di Abbà.

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