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Passera: Liberalizzazioni, chiesa e lavoro

Il ministro crede nell'accordo su tutto: il governo ha la responsabilità di trovare la sintesi e di superare eventuali empasse

Lucia Esposito
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Corrado Passera crede nell'accordo sul lavoro. Il ministro dello Sviluppo, intervistato da Maria Latella su Sky Tg24, si sbottona: "Tutti vogliamo arrivare a questo accordo, cambiando parecchie cose che oggi sono dei blocchi. Noi vogliamo modificare in meglio la regolazione di tante fasi del lavoro: flessibilità in entrata e in uscita, ammortizzatori sociali, politiche attive del lavoro. bisogna fare di tutto per trovare un accordo. Infatti c'è un tavolo molto serio, dove ci sono le imprese e c'è il sindacato. È chiaro che il governo alla fine ha la responsabilità di deve trovare la sintesi e di superare eventuali 'empassè che impedisero di trovare una soluzione. Ma l'accordo è l'obiettivo". "Io ci metto l'esperienza del passato di tante trattive dure che però sempre con sindacato hanno portato ad accordi innovativi, impegnativi, responsabilizzati - ha aggiunto Passera -. Sono convinto si riesce a lavorare solo se sindacato e aziende trovano la maniera di lavorare insieme. Nel ripensare molte regole del lavoro, sono convinto che dalle collaborazione tra parti sociali, imprese, sindacato e governo che poi alla fine deve trovare una sintesi si possa ad arrivare a grandi risultati". Tesoretto - "Non abbiamo fatto ancora gli annunci che qualcuno magari si poteva aspettare perché non è ancora chiaro il quanto, il quando di queste cifre disponibili, se saranno strutturali o saranno una tantum e dobbiamo decidere insieme su quali priorità metterle. Credibilità è anche non fare annunci aperti, non definiti, e quindi quello del rimandare il discorso sul 'tesoretto', che vuol dire le risorse per lo sviluppo e per i problemi sociali che dobbiamo risolvere fa parte del discorso credibilità che questo governo sta cercando di fare". "Noi - spiega - dobbiamo creare un 'tesoretto'. Con la riduzione dell'evasione, con la spending review, con cessioni noi dobbiamo creare risorse per favorire la ricrescita dell'Italia e per risolvere problemi che ci sono: redditi bassi troppo tassati, mancano risorse per iniziative per lo sviluppo, restituzione del debito pubblico, aiuti alla famiglia. Ci sono quindi tante destinazioni e c'è da trovare le risorse". Eni-Snam - Altro capitolo caldo, le liberalizzazioni in materia di eneriga con la separazione Eni-Snam: "Avere un'azienda totalmente dedicata al trasporto, alla messa a disposizione di magazzini, di spazi per far sì che il gas circoli, sia una materia ancora più oggetto di concorrenza, potrebbe portare ad abbassamenti di prezzi, come l'esperimento di Terna nel campo dell'elettricità, poi ogni cosa è diversa. Pensiamo che fare del gruppo Snam un'azienda ancora più dedicata a rendere efficiente e competitivo il mercato del gas potrebbe servire a ridurre la bolletta per gli italiani". Imu alla Chiesa - Sulla tassazione Imu dei beni ecclesiastici "era ovvio che si andasse in una direzione come quella che è stata presa. È stato fatto in maniera saggia, ragionevole, ma molto determinata, adesso deve essere definita in tutte le sue componenti, è molto importante che non si penalizzi il vero no profit, religioso e non religioso, che è uno dei pilastri della coesione sociale del nostro Paese. Quindi nel rendere operativa questa decisione dobbiamo fare molta attenzione a quello e la faremo". Banche e imprese - Fronte crisi: "Noi dobbiamo fare cose come quelle che abbiamo fatto nella prima crisi, quando banche e imprese si sono messe insieme e hanno inventato la moratoria, hanno messo in condizione le imprese anche in difficoltà di superare la fase più difficile della crisi, non escludo che si arrivi ad una cosa di queste genere". "Il governo - aggiunge - vuole recepire nei tempi più brevi possibili la direttiva europea che forza ai pagamenti veloci e c'è sicuramente la volontà del governo, nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica, di coprire questo accumulo di debito nei confronti delle imprese che non è tollerabile". Futuro politico - C'è spazio anche per l'eventuale carriera politica del ministro, in predicato di candidarsi a Palazzo Chigi nel 2013. "Non una parola", commenta Passera. "Noi stiamo lavorando per rimettere in binario l'Italia - aggiunge -, questo lavoro è già difficile da solo, diventerebbe impossibile se prendesse connotazioni partitiche, per cui non una parola. Di super -conclude poi riferendosi alle copertine che lo ritraggono nelle vesti di Superman - c'è solo Monti".  

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