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I peni italiani si son ristretti Perso un cm in 50 anni

Allarme di uno studio dell'Università di Padova: il ridimensionamento colpa dello smog e dell'obesità

Lucia Esposito
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Non è piacevole parlare di lui, figuriamoci con lui. Lui è un tipo che non ama le parole, preferisce l'azione, e se mancano i compagni di gioco fa da sé. Ma stavolta dovrà dirmi cosa ne pensa di questa storia che arriva dall'università di Padova, secondo la quale lui, e tutti quelli come lui, si stanno rimpicciolendo. Lui è l'organo riproduttivo maschile, meglio noto come pene, e ancora meglio noto come, vabbè, lo sapete. Il dipartimento di patologia riproduttiva del suddetto ateneo ha effettuato uno studio su un campione di 2019 maschietti di 19 anni. Non uno studio particolarmente elevato, si è concentrato a mezz'altezza, proprio là dove se ne sta lui. L'ha misurato. Orrore. Nel 1948 lui era lungo in media 9,7 cm, nel 2001 era sceso 9, adesso ha perso ancora qualche millimetro, siamo a 8,9 cm. Di questo passo, tra qualche generazione di lui resterà un ricciolino. Così ne ho parlato direttamente con lui, cominciando col tranquillizzarlo perché pare che vi sia un rapporto tra obesità e diminuzione fallica (questione di ghiandole e interferenze della ciccia sulla produzione ormonale): da oggi niente più fast food, dieta ferrea. «A dirti la verità non sono molto allarmato», mi ha detto lui, sfoggiando orgoglio, «del resto le donne sai come dicono: le dimensioni non sono importanti». Sì, ma sai anche tu che è una balla. «Certo che lo so, infatti non mi risulta che esistano vibratori di 5 cm». Non essere scurrile. «Ah per favore, se dobbiamo parlare di questa cosa, diciamo tutto. E allora io ti dico che secondo me l'obesità, le perturbazioni ghiandolari durante la crescita, la struttura scheletrica, tutte quelle cose di cui parlano i dottori di Padova, non sono vere. Noi ci stiamo ritirando». Sì, di qualche millimetro all'anno. «No, non hai capito, parlo in termini bellici. È solo una ritirata tattica, fa parte della nostra strategia. Far imbaldanzire la femmina per poi tornare a castigarla con più forza di prima». Senti, o la pianti con questo linguaggio insopportabilmente… «Fallocentrico?». Sì, esatto. «Che vuoi, l'autostima è importante. Lo diceva anche Aristotele, bisogna amare se stessi per amare gli altri. Non posso soddisfare la vagina se non mi piaccio almeno un po'».  Ok, torniamo alla questione della ritirata tattica. «Dunque, ammetterai che in questo terzo millennio, dopo tanti strepiti, finalmente le donne contano quasi quanto voi uomini». Come quasi? Siamo alla pari. «No, non esattamente, lo vedi quanto sono insoddisfatte, stanno sempre lì a lamentarsi che gli manca qualcosa, e non fa molta differenza se questo qualcosa è una borsetta di Prada o un'equiparazione di stipendio al collega maschio«. Dio mio, sei veramente un troglodita. E che c'entra tutto questo con la faccenda che tu ti stai rimpicciolendo? Mi sembra che sottovaluti il problema. «Non sottovaluto un bel niente, e ti ripeto che è una cosa voluta. Adesso è inutile combattere, mettersi lì a dire ce l'ho duro, tengo una mazza tanta, e altre amenità che andavano bene ai tempi degli antichi romani. Ora le donne bisogna aggirarle, la battaglia del sesso si vince facendo avanzare queste furie scatenate, lasciamo che saccheggino, distruggano, travolgano». Mi sembri il generale Kutuzov, mi sto seriamente preoccupando. «Ma non capisci? Cosa sarà mai qualche millimetro perso, di fronte al beneficio guadagnato?». E quale sarebbe questo beneficio guadagnato? «Calmare le erinni! Placare le diavolesse assetate di sangue! Dico, credi che ci sia una qualche relazione tra la lunghezza del pene e l'avere una discussione ragionevole con una donna?». No, non credo. «Infatti non c'è. Puoi anche avere il pene lungo due metri, ma credimi, alla fine, dopo la prima settimana di sesso furibondo, lei ti chiederà lo stesso di accompagnarla a fare shopping». Sì, è probabile, pare che lo shopping sia un atavismo inestirpabile nella femmina. «E allora? Non capisci che l'unica soluzione è spiazzarle? Prenderle in contropiede? Ci dicono che siamo maschilisti, fallocentrici, che abbiamo l'istinto dello stupratore potenziale? Eh no cara, un corno, al contrario: mi sto ridimensionando, e non lo puoi negare. Piuttosto, non sarebbe niente male se anche tu, in segno di solidarietà, ti stringessi un pochettino». di Giordano Tedoldi  

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