Ce lo dice tutto il mondo "Basta con l'articolo 18"
Il rapporto Ocse: "L'Italia deve ammorbidire le protezione del lavoro sui contratti". Sulla tv: "Vendere le proprietà dello Stato". Ovvero la Rai
Nei giorni del dibattito infuocato sull'articolo 18 arriva anche il monito su scala planetaria. "L'Italia deve ammorbidire la protezione del lavoro su contratti standard", sottolinea l'Ocse nel rapporto sulla crescitra dove viene rivleato come Monti abbia piani per "realizzare le privatizzazioni". Inoltre, secondo l'organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, l'Italia deve ridurre le proprietà dello Stato "specialmente nei settori dei media televisivi, dei trasporti, dell'energia e dei servizi locali": dall'Ocse arriva anche un invito chiaro e tondo a privatizzare la Rai. Obiettivi disattesi - Nel rapporto, l'organizzazione che raccoglie 34 Paesi, mette a confronto anche, Stato per Stato, le raccomandazioni degli ultimi anni e le azioni poi effettivamente intraprese. Per quel che riguarda l'Italia si ricorda come il referendum sull'acqua del 2011 abbia "rovesciato i piani per privatizzare i servizi del settore". In termini più ampi, inoltre, secondo l'Ocse il nostro paese pur avendo segnato progressi su diversi temi come l'educazione terziaria, la decentralizzazione dei salari e la corporate governance, ha "realizzato poco nella riduzione delle società e servizi a controllo pubblico". Maggiore concorrenza - L'Ocse ribadisce poi la necessità che in Italia il mercato venga maggiormente aperto alla concorrenza. Secondo l'organizzazione il Belpaese deve "ridurre le barriere legislative" in diversi settori, tra i quali "le professioni, il commercio al dettaglio e i servizi locali". L'attuazione delle riforme strutturali, continua l'Ocse, può mitigare l'impatto della crisi, evitando che la disoccupazione resti "su livelli strutturali" e contribuire a rilanciare "più velocemente" il mercato del lavoro. Secondo l'Ocse "un'ampia e ambiziosa agenda di riforme potrebbe protare per i Paesi aderenti all'organizzazione una crescita annua del Pil fino a 1 punto percentuale in media nei prossimi dieci anni". Infine le riforme possono "rendere la ripresa più sostenibile e più equa".