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Amministrative, il Pdl vuole votare dopo e il Pd non ci sta

Elezioni, Bersani preme per il 6 maggio, il Cav per il 20. La sinistra: "Perché non sono ancora pronti". Governo indeciso

Giulio Bucchi
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Quattordici giorni dividono Pdl e Pd: in mezzo, ci sta il governo Monti con tutte le difficoltà del caso. Quattordici giorni passano tra il 6 maggio, prima data utile per le elezioni amministrative 2012, e il 20 maggio, di fatto l'ultima. Il principale partito del centrosinistra è andato in pressing per il 6 maggio (data presa in considerazione già dal governo Berlusconi), mentre Maurizio Lupi del Pdl ha incontrato il ministro degli Interni Anna Maria Cancellieri per ribadire la convinzione degli azzurri che sia meglio far slittare l'election day. Apriti cielo: i democratici protestano sottolineando come gli azzurri facciano di tutto per rinviare la data delle amministrative in quanto in pieno caos, tra tessere e candidature. In effetti, rinviare la data delle urne significa anche posticipare  la scadenza della presentazione delle liste: se si votasse il 6 maggio, sarebbero da consegnare il 7 aprile. "Figuriamoci se il problema è questo - spiega Lupi a La Stampa - Ho fatto presente al ministro Cancellieri che il 7 aprile è il sabato santo, quello prima di Pasqua. Si potrebbe fissare la scadenza per la presentazione dei candidati al 14 aprile, ma così facendo si andrebbe a votare il 13 maggio che è la domenica ebraica. Ecco perché la soluzione migliore sarebbe votare il 20 maggio".  Tutte scuse, attaccano dal Pd. La palla ora passa al governo, e rischia di essere avvelenata.

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