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Facci: vi racconto perché la Rai mi ha chiesto 10 milioni di euro

Nel 2008 il giornalista di Libero aveva detto che la tv di Stato andava privatizzata al 100%, da allora è stato bandito dalle tramissioni

Lucia Esposito
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Un'azienda non può pretendere milioni di euro dalla Rai e da un singolo giornalista. E la Rai, allo stesso modo, non può pretendere milioni di euro da un'azienda e da un singolo giornalista. Pare logico. Il primo caso è quello di Corrado Formigli, con la Rai costretta a pagare alla Fiat 7 milioni di euro. Il secondo caso - se non disturba - è quello dello scrivente, cui la Rai, nel gennaio 2008, ha chiesto dieci milioni di euro con l'aggravante che la querela fu sollecitata per iscritto da 21 senatori dell'Unione tra i quali Finocchiaro, Latorre, Polito, Binetti e Calvi. Mi ero limitato a sostenere, ma con linguaggio forte, che la Rai andasse privatizzata al cento per cento o che doveva fare servizio pubblico al cento per cento. È una faccenda che Santoro ricorderà bene, anche perché la Rai gli intimò di revocare un mio invito ad Annozero (come infatti avvenne) e a tutte le altre trasmissioni Rai. E non si tratta, ora, solo di evidenziare l'evidente contraddizione in seno alla tv pubblica, che andrebbe invitata a una maggiore coerenza: si tratta anche di segnalare quanto tempo noi giornalisti abbiamo perso dietro alla «politica» e alla «casta» quando a influenzare le nostre vite e i nostri articoli, in realtà, sono sempre più i centri di potere lobbistici e industriali e multinazionali. Scrivere un articolo contro Monti o Berlusconi è facilissimo, il problema è scriverlo contro un'industria automobilistica o di moda, contro un grande gruppo farmaceutico o telefonico, colossi che il giornalismo anglosassone seziona da almeno trent'anni mentre noi seguitiamo a pensare che il mondo passi attraverso le crostate che i politici si cucinano a vicenda. Se un'auto fa schifo, se un'acqua contiene arsenico, dove tizio produce le sue scarpe, quanti morti ha procurato un farmaco: sono queste le cose più difficili da scrivere, oggi, anche perché preferiamo infinitamente occuparci dei redditi dei ministri o della farfalla di Belen o della decrittazione dell'ultima enciclica di Napolitano. Intanto, prima di ospitare Celentano da Santoro, il proprietario di Telelombardia ha detto «ci mandino il testo, oppure una fidejussione». Geniale, sul serio. Siamo a questo. Ci pagavano per scrivere, presto pagheremo per farlo. di Filippo Facci

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