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Monti/1 Così il governo tecnico ha salvato Berlusconi

I provvedimenti sulle pensioni e la prossima riforma sul lavoro sanciscono una comunione di vedute tra Pdl e governo tecnico

Andrea Turco
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Quanto lontani sono i tempi in cui Mario Monti era visto dal Pdl come uno spauracchio, un usurpatore che aveva preso il potere in modo anti democratico. All'inizio il Cav malvedeva quel professore, coperto di elogi in Europa, accolto come salvatore della Patria in Italia. Berlusconi soffriva nel vedersi costretto in un angolo, senza più possibilità di manovra mentre il Pdl era in fibrillazione. Le prime misure di Monti poi non aiutarono certo a migliorare il giudizio del Cav sulla "bestia nera" che gli aveva sottrato la poltrona di presidente del consiglio. Resurrezione dell'Ici e decreto sulle liberalizzazioni tanto care alle categorie retroterra sociale del centrodestra, avevano creato numerosi maldipancia nel centrodestra tanto che Silvio Berlusconi in privato aveva esclamato "Qui entro due mesi si va a votare". Il cambio di rotta -  Poi la svolta. Monti, durante un'intervista nella sede romana di Canale 5, elogia Silvio. "Fu per merito suo, se entrai in politica quando Berlusconi nel '94 mi fece con la Bonino commissario europeo". Un attestato di stima che non passò inosservato ad Arcore tanto che il Cav disse ai suoi raggiante "ve lo avevo detto che era un genio". Poi il decreto sulle pensioni e l'imminente riforma del lavoro in cui Monti è stato tranchant "Si va avanti anche senza accordo con i sindacati", hanno messo la ciliegina sulla torta nelle nozze tra Pdl e governo tecnico. Non a caso il capogruppo alla Camera del Pdl, Cicchitto, ha dichiarato che "Monti ha varato la riforma delle pensioni, dove il centrodestra aveva fallito per le resistenze della Lega. Sulle scelte di fondo Monti non cozza con noi. Semmai vedo le sue ricette meno in sintonia con quelle della sinistra". E allora avanti con il Monti di centrodestra.

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