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Draghi: "Modello sociale Ue superato. Servono riforme"

Il numero uno della Bce: "Mi aspettavo più euforia dopo piano di salvataggio di Atene". Poi invoca investimenti cinesi

Andrea Tempestini
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Il modello sociale Ue è superato alla luce dell'elevata disoccupazione giovanile e i paesi europei devono varare urgentemente riforme strutturali per liberalizzare il settore dei beni e dei servizi e rendere il mercato del lavoro più flessibile ed equo. E' quanto ha sottolineato il presidente della Bce, Mario Draghi, in un'intervista al Wall Street Journal. "Il modello sociale europeo è già andato nel momento in cui alcuni paesi hanno un tasso di disoccupazione giovanile elevato - ha spiegato Draghi -. Le riforme strutturali sono necessarie per aumentare l'occupazione, specialmente giovanile, e, quindi, i consumi e la spesa". Nel corso della lunga e dettagliata intervista, Draghi rivolge poi un invito alla Cina, chiedendo che il Dragone, dopo tante parole, cominci a investire sui mercati europei. Sul mercato del lavoro - "In alcuni paesi - ha proseguito l'ex governatore di Bankitalia - bisogna rendere il mercato del lavoro più flessibile e anche più equo di quanto non sia oggi. In questi paesi - ha osservato - c'è un mercato del lavoro a due velocità: molto flessibile per i giovani che hanno contratti di tre o sei mesi che possono venir rinnovati per anni e altamente inflessibile per la parte protetta della popolazione, dove i salari riflettono più l'anzianità che la produttività. Da un certo punto di vista i mercati del lavoro attuali sono iniqui a queste condizioni perchè gettano tutto il peso della flessibilità sulle spalle dei giovani". "Servono riforme strutturali" - Il numero uno dell'Eurotower ha poi ammonito i paesi europei perché si attengano agli obiettivi di taglio del deficit sebbene debbano contemporaneamente varare riforme strutturali di ampio respiro. "Non c'è uno scambio plausibile tra riforme strutturali e rispetto degli obiettivi di deficit - ha detto ancora -. Il consolidamento fiscale è inevitabile nel contesto attuale e concede il tempo necessario per le riforme strutturali. Fare marcia indietro sui target fiscali innescherebbe una reazione immediata da parte dei mercati. Gli spread sovrani e il costo del credito salirebbero, cose alle quali abbiamo già assistito".   "Ripresa lenta" - "E' difficile dire se la crisi sia finita - ha infatti avvertito Draghi -. Guardiamo agli sviluppi positivi degli ultimi mesi: c'è una stabilità molto maggiore nei mercati finanziari; molti governi hanno adottato misure sia in campo di consolidamento fiscale che di riforme strutturali; abbiamo un fiscal compact dove i governi europei stanno iniziando a cedere la sovranità nazionale per l'intento comune di restare uniti; il sistema bancario sembra meno fragile di un anno fa; alcuni mercati del debito si sono riaperti; la ripresa però sta procedendo lentamente e rimane soggetta a rischi al ribasso". (AGI)   Rme (Segue) 231900 FEB 12  L'invito alla Cina - "Sono rimasto sorpreso dal fatto che non ci sia stata euforia dopo l'approvazione del piano di salvataggio per la Grecia, ciò significa probabilmente che i mercati vogliono vedere le misure applicate" ha notato ancora il presidente della Bce, che ha poi invitato a non sperare in un intervento della Cina in soccorso dell'euro. "Ci sono stati molti incontri e discussioni - ha concluso Draghi -. Ne sento parlare ma non ho mai visto nessun investimento ufficiale nei mercati finanziari europei".

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