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Liberalizzazioni, Monti trema Terzo Polo: "Sì non scontato"

Il decreto mette in crisi il governo tecnico. Partiti insoddisfatti e professionisti sul piede di guerra. Leggi tutti punti

Andrea Tempestini
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Pd chiede di più. In fermento anche il Pd, ma Pier Luigi Bersani cerca di minimizzare. "Ci sono stati alcuni passi avanti e non solo passi indietro", spiega il segretario, "rispetto alla proposta del governo c'è qualche arretramento e qualche avanzamento". Detto questo, "abbiamo sempre auspicato qualche sforzo in più su un arco di problemi, come quelli delle professioni, dell'energia, della benzina o dei farmaci si può fare un po' di più". Come Pd, assicura, "voteremo il provvedimento, ma credo che il tema sia ancora aperto e qualche ulteriore passo si potrà fare, visto che la discussione non è finita". Decreto liberalizzazioni, il testo annacquato Leggi il provvedimento punto per punto Le posizioni di partiti - Il Pdl, da par suo, dopo aver mediato a lungo in difesa delle categorie ha ottenuto dei risultati: la facoltà di decidere sulle licenze dei taxisti sarà affidata ai Comuni (e non all'Autorità dei Trasporti) mentre il requisito per l'apertura delle farmacie è stato alzato da 3mila a 3.330 abitanti per esercizio. Anche il Pd avanza le sue richieste in tema di liberalizzazioni. Secondo il segretario Pierluigi Bersani rispetto all'iniziale proposta del governo "ci sono stati alcuni passi avanti e non solo passi indietro" ma "abbiamo sempre auspicato qualche sforzo in più su temi come le professioni, l'energia, la benzina e i faramci. Voteremo il provvedimento - ha concluso - ma credo che il tema sia ancora aperto e qualche ulteriore passo si potrà fare". Il premier Monti, da par suo, in conferenza stampa con l'omologo spagnolo Mariano Rajoy ha spiegato che non tutti gli emendamenti potranno essere accolti, e che se anche qualche modifica sarà accettata non deve essere percepita come un arretramento del governo dalle sue posizioni iniziali.   Tassisti insoddisfatti - Nonostante il fatto che il decreto, con il passare dei giorni, sia reso sempre più annacquato dalle pressioni di lobby e gruppi di potere, le categorie professionali continuano a palesare il loro malcontento. Per l'Associazione Taxi la marcia indietro di Monti sulle licenze non è sufficiente: "Ma quale vittoria dei taxi, questo non è neppure un pareggio", ha commentato Loreno Bittarelli, presidente di Uritaxi e leader dei tassisti della capitale. "Noi abbiamo concesso moltissimo, dalla disponibilità a rivedere le turnazioni, al miglioramento del servizio, all'introduzione della possibilità di doppia guida, ma al momento non abbiamo ottenuto nulla. Ci aspettiamo quindi che vengano accolte le nostre richieste in materia di riconoscimento di lavoro usurante, di sgravi sul consto del carburante e sull'abbattimento dell'Iva per i beni strumentali". La protesta degli avvocati - Monta anche la protesta degli avvocati, che minacciano di sospendere le udienze, il gratuito patrocinio, la difesa d'ufficio e le funzioni di giudice di pace contro il cosiddetto decreto Cresci-Italia. Per Maurizio De Tilla, presidente dell'organismo di rappresentanza politica dell'avvocatura (Oua), "è strano che in Parlamento vengano ascoltati tassisti e farmacisti e non noi professionisti.

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