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Milleproroghe, c'è la fiducia poi governo sotto 2 volte

Alla Camera l'ok definitivo con 336 sì. Prima molte assenze e Monti ko su due ordini del giorno di Pd e Lega (sulla Rai)

Andrea Tempestini
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Montecitorio ha approvato in via definitiva il disegno di legge di conversione del decreto Milleproroghe: i sì, al termine di una giornata movimentata, sono stati 336, 61 i voti contrari mentre in 13 si sono astenuti. Il testo dovrà ora essere firmato dal Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. Come detto l'ultima parola sul Milleproroghe è arrivata al termine di una giornata convulsa: prima la fiducia, poi la doppia buccia di banana. Il decreto milleproroghe aveva passato l'esame della Camera e il governo aveva incassato un primo sì 'blindato': 477 voti a favore, 65 contro, 2 astenuti. Molte le assenze nel Pdl, il governo (alla settima fiducia in poco più di 3 mesi di vita) ha avuto 57 voti in più rispetto al 9 febbraio quando, sul decreto svuotacerceri, si fermò a 420 voti. Trenta i deputati del Popolo della libertà che non hanno votato, di cui 5 in missione. Le defezioni nel Pd sono state invece undici. E proprio dal Partito democratico è arrivato, poche ore, dopo il primo sgambetto: il governo infatti è finito sotto su un ordine del giorno al decreto Milleproroghe presentato dal deputato democratico Antonino Russo su cui l'esecutivo aveva espresso parere contrario. Lega e Rai - Nemmeno il tempo di riprendersi e l'esecutivo va ancora ko. Fatale è l'ordine del giorno della Lega relativo al canone Rai. Il testo, su cui il governo aveva ancora una volta espresso parere contrario, è passato con 303 voti a favore, 165 voti contrari e 10 astenuti. Questa volta il Pd ha votato in linea con il governo, ma non è bastato. Il testo approvato impegna il governo a valutare l'opportunità di stilare un elenco degli apparecchi su cui si debba pagare il canone Rai, indicando anche la tipologia dei soggetti tenuti al pagamento del canone. Il riferimento è alle polemiche suscitate dalla decisione dell'azienda di viale Mazzini, di imporre il pagamento del canone anche ai possessori di palmare o altri strumenti "atti o adattabili alla ricezione del segnale radiotelevisivo".

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