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Lo schiaffo degli indiani: decidiamo con le nostre leggi

Crisi diplomatica, difficile la missione dell'inviato della Farnesina. Dubbi su armatore: ordinò di entrare nel porto?

Giulio Bucchi
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La trattativa diplomatica tra Italia e India sui due marò accusati di omicidio parte, come era prevedibile, in salita. «Andremo avanti con le nostre leggi», ha affermato il ministro degli Esteri di Nuova Delhi Preneet Kaur. L'annuncio è arrivato al termine del primo incontro col sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, inviato dal governo di Roma a preparare il terreno in vista dell'arrivo in India del ministro Giulio Terzi di Santagata, previsto per la prossima settimana. A De Mistura non è bastato sottolineare come a Roma siano «consapevoli» di quanto accaduto ed esprimere «terribile tristezza e dispiacere per la perdita di vite umane». La nostra richiesta di intavolare «un adeguato dialogo per una soluzione altrettanto adeguata» pare essere stata rispedita al mittente. L'alta corte di Kerala, per far capire l'aria che tira, ha imposto alla Lexie una cauzione di 2 milioni e mezzo di rupie (suppergiù 38mila euro) per lasciare il porto di Kochi. Che la situazione sia oltremodo delicata lo ha confermato anche lo stesso Terzi durante la propria audizione dinanzi alle commissioni Esteri riunite di Camera e Senato, parlando apertamente della «fortissima tensione che esiste tra tutto il personale della Farnesina, tra i ministri che si stanno occupando di questo caso, di cui si sta interessando anche il presidente del consiglio Monti». Terzi - il quale ha tenuto a specificare che «riserbo e prudenza, non sono distrazione, siamo concentrati su questo episodio» - ha assicurato che l'obiettivo del governo è «riportare al più presto i militari a casa». Parole cui fanno eco quelle dell'ex titolare della Farnesina Franco Frattini, secondo cui ora bisogna «evitare qualsiasi frase sopra le righe che possa compromettere il lavoro della diplomazia e creare complicazioni». Altra priorità del governo è fare in modo che il caso della Enrica Lexie non metta a repentaglio i rapporti - segnatamente economici - tra i due Paesi. «Auspico», ha infatti aggiunto Terzi, «he le nostre relazioni con l'India non vengano in nessun modo intaccate da questa dolorosa vicenda». Il ministro ha poi assicurato che «se il caso non sarà risolto prima della mia visita in India, programmata da tempo, sarà certamente mia cura e priorità parlarne nel corso dei colloqui con il governo indiano a New Delhi martedì 28 febbraio». Oltre alla missione cui fa riferimento Terzi (una spedizione di politici ed imprenditori con in ballo affari a svariati zeri) c'è un altro risvolto, per così dire, commerciale della questione che sta iniziando ad agitare il mondo politico. Secondo alcune ricostruzioni, infatti, a dare l'ordine alla Lexie di abbandonare le acque internazionali e fare rotta verso il porto di Kochi sarebbe stato l'armatore della nave medesima, preoccupato di non far saltare la mosca al naso agli indiani pregiudicandosi gli affari futuri. «Se questa ricostruzione è vera», attacca il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto, «allora va rivista alla radice la legge che consente l'utilizzazione di militari italiani a difesa delle navi dai pirati perché proprietari così incuranti delle sorti di coloro che li proteggono, allora devono anche sottoporsi alle spese di assoldare privati contractor che li difendano. Infatti è evidente che in un modo o nell'altro i nostri militari sono stati mandati allo sbaraglio». E che anche il Parlamento stia iniziando a muoversi sulla questione lo testimonia l'iniziativa dell'ex ministro della Difesa Ignazio La Russa e di un gruppo di parlamentari del Pdl: esporre una gigantografia dei due marò su tutti gli edifici pubblici: «Lo striscione costa solo 200 euro», ha spiegato La Russa, «ma siamo anche disposti a dare una   mano agli amministratori locali, a forniglielo noi, perché sappiamo che tanti piccoli Comuni   sono in ristrettezze». La Russa ha anche rivelato di avere sentito Terzi: «Mi ha riferito che lui era contrario al rientro della petroliera nel porto» di Marco Gorra

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