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Fornero: "Sull'articolo 18 avanti anche senza Pd"

Il ministro del Welfare Fornero sulla riforma del lavoro: "Discuteremo guardando ai problemi. Sarà il Parlamento a prendersi la responsabilità"

Giulio Bucchi
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Elsa Fornero alza la posta. Sulla riforma del lavoro e dell'articolo 18 il governo andrà avanti anche senza il consenso dei partiti. E siccome l'unico apertamente contrario alla modifica è il Partito Democratico, il messaggio è chiaro. Dopo la Cgil, dunque, il ministro del Welfare avverte anche la sinistra in parlamento: le forze a sostegno dell'esecutivo sono sufficienti e coese (dal Pdl al Terzo Polo) per forzare la mano e raggiungere l'obiettivo grosso, dopodichè "sarà il Parlamento a prendersi la responsabilità di dire sì o no". "Discuteremo di articolo 18 e lo faremo con apertura e con il desiderio di non mettere nessuno in difficoltà, guardando ai problemi e cercando di risolverli", ha spiegato oggi il ministro in un convegno a Montecitorio. "C'è la consapevolezza che si tratta di lavorare per il Paese, soprattutto quello rappresentato dai giovani - ha proseguito Fornero -. Proprio ai giovani vogliamo dare prospettive. Questa è la base, la motivazione principale del lavoro che stiamo facendo". E visto che il sindacato guidato da Susanna Camusso prima che dei lavoratori è dei pensionati e di chi è già fuori dal mercato, non si può sottostare ai suoi diktat. Per riflesso, visto che il segretario democratico si è detto solidale con la Cgil, quello della Fornero è uno schiaffo bello e buono a Pier Luigi Bersani nonostante il ministro abbia sottolineato con moderato ottimismo che al tavolo delle trattative "si sta lavorando bene". Pdl soddisfatto - Il Pdl, per bocca del portavoce Daniele Capezzone, esulta: "Le intenzioni manifestate dal ministro Fornero sono un fatto positivo, il Pd non ha potere di veto e su una incisiva riforma del lavoro l'Italia ha atteso anche troppo tempo". In realtà, la strada è lunga, perché toccando l'articolo 18 si tirano in ballo necessariamente anche gli ammortizzatori sociali. "Un passaggio difficile", lo ha definito Fornero, consapevole che al riguardo tornerà comunque utile la mediazione del principale referente politico della Cgil, il Pd. Nessuno, ha poi aggiunto il ministro, "ha detto che la riforma andrà in vigore nel 2012 o nel 2013. Ci vorrà gradualità per modificare quello che c'è da modificare e per costruire quello che non c'è e che deve avere un carattere di universalità". Per molti la riforma del lavoro proposta dal governo Monti rappresenta "una riduzione delle tutele" "Noi, invece, - conclude Fornero - pensiamo ad un'estensione delle tutele per i giovani".

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