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MontePaschi, Profumo di Pd: tifano per banchiere indagato

Siena, grandi manovre sul futuro di Mps. Bindi e democratici sponsorizzano l'ex Unicredit, nei guai per frode e con flop miliardari

Giulio Bucchi
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Profumo di Pd su Monte dei Paschi. Le grandi manovre intorno alla banca senese, di cui la Fondazione ha deciso di cedere il 15% delle azioni, vedono grande protagonista proprio Alessandro Profumo, sponsorizzato dai democratici cittadini ma soprattutto da quelli romani, in testa Rosy Bindi (senese di nascita). Mentre l'advisor di Mps Rothschild, come scrive Camilla Conti sul Giornale, si è accordato con i fondi Clessidra ed Equinox per una parte delle quote, urgono anche altri attori. L'obiettivo dichiarato è trovare liquidità per saldare il debito di 1,1 miliardi di euro entro il 15 marzo. Una corsa contro il tempo, ecco perché è tanto importante coinvolgere il mondo politico. In realtà, il partito democratico senese è diviso sulla candidatura dell'ex Unicredit. L'ala sinistra guidata dal sindaco Franco Ceccuzzi e dal presidente della Provincia Simone Bezzini stanno con Profumo, anche se genovese e non senese. I centristi cattolici, invece, ne farebbero volentieri a meno. Il problema è d'immagine e non solo, perché sul groppone di Profumo c'è il possibile rinvio a giudizio per frode fiscale sul caso Brontos, roba da 245 milioni di euro di cui si avrà certezza il prossimo 22 maggio. Guai giudiziari, certo, ma non solo: dal 2008 ad oggi la gestione Profumo è costata ai soci Unicredit qualcosa come 14,5 miliardi di euro. Se "Papa straniero" dev'essere, che almeno dia un po' di sicurezze.  

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