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Saviano Lo scheletro nell'armadio di Roberto Mandò in carcere un uomo innocente

Nel 2003 l'autore di Gomorra accusò un sindaco casertano di camorra. Undici mesi in carcere e scagionato. La lettera: "Chiedo scusa"

Giulio Bucchi
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Nel 2003 aveva scritto un pezzo sul settimanale Diario accusando alla sua maniera (cioè senza mezze misure Giorgio Magliocca, allora sindaco Pdl di Pignataro Maggiore nel Casertano, di presunti legami con la camorra. Nel 2009, 6 anni dopo, Roberto Saviano ha fatto marcia indietro e chiesto scusa: avevo tempi stretti per scrivere quell'articolo - spiega nella lettera inviata a Magliocca l'autore di Gomorra -, le sue fonti erano attendibili. Non ha potuto verificare e si è sbagliato. Piccolo particolare, infatti: l'ex sindaco era innocente. Facile, in fondo, sparare nel mucchio in una zona ad altissima densità di infiltrazioni criminali. Anche sulla scia di quella pubblica denuncia, Magliocca ha passato 11 mesi in galera e ha visto distrutta la propria carriera politica. Chi condusse le indagini contro l'esponente Pdl, ricordano Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo sul Giornale, era un poliziotto dichiaratamente di sinistra poi candidato alle elezioni nello stesso Comune. Il pm aveva chiesto per Magliocca 7 anni e mezzo di carcere, ma il Gup De Gregorio lo assolse con formula piena. Non è vero che Magliocca favorì la cosca Ligato-Lubrano né ebbe rapporti col boss Raffaele Ligato. Né promise appalti e finanziamenti pubblici. Tutto questo è stato appurato col tempo, ma intanto il danno era fatto anche grazie a Saviano. "Chi combatte la criminalità può essere ucciso in due modi: con le pallottole o con il fango", ha commentato un amaro Magliocca. Tutto sommato, sono le stesse parole usate spesso da Saviano per ribattere a chi lo critica. Solo che dall'altra parte stavolta c'è lui, l'ex santino di Gomorra. Quelle scuse, tardive, sono solo un atto di decenza.    

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