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Belpietro: I tecnici? Dei maghi. Sì, ma della propaganda

Il commento del direttore di Libero sulla politica degli annunci cavalcata dal governo di Monti

Andrea Tempestini
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Bisogna riconoscere che, pur non essendo politici, questi tecnici sanno far politica meglio di certi veterani del Parlamento. Mentre i dinosauri di Pdl e Pd stanno ancora chiedendosi come arginare l'onda anti Casta che si è abbattuta su di loro, i professori,  imparata la lezione,  stanno già cavalcando lo  tsunami  e se non incontreranno ostacoli è assai probabile che alle prossime elezioni travolgano le vecchie cariatidi di prima e seconda Repubblica. La considerazione ci viene dall'ultimo atto del governo il quale, vincendo la ritrosia di alcuni ministri, ha capito che la pubblicazione on line dei redditi dei suoi componenti sarebbe stata un'utile mossa propagandistica. Per testimoniare la trasparenza e la pulizia morale ed economica di ogni responsabile di dicastero quale miglior decisione di rendere noti stipendi e patrimonio? Il concetto non dev'essere stato facile da far passare, prova ne sia che la diffusione ha richiesto qualche settimana di tempo in più del previsto. Alla fine però ecco gli averi ministeriali ai raggi x, cosa che ai membri dei precedenti governi non sarebbe stato possibile estorcere neanche sotto tortura. Intendiamoci, non è che ora sappiamo molto più di prima degli interessi e dei conflitti governativi. Né con l'operazione trasparenza si è ovviato al pericolo che qualcuno usi il proprio mandato per favorire gli amici o i membri della propria famiglia. Ciò nonostante il gesto è di quelli che fanno fare bella figura. E per giunta a poco prezzo. Così come senza alcuna ricaduta economica è la promessa di abbassare le tasse ai meno abbienti. Essendo stato vincolato all'incremento del gettito derivante dalla lotta all'evasione, al pareggio di bilancio e alle condizioni prossime venture della finanza pubblica, per giunta senza impegno di riduzione continuativa ma solo una tantum, il giuramento vale quel che vale, cioè zero. Non solo: essendo rimandato al 2014, di fatto impegna il futuro governo, cioè quello che uscirà dalle urne nel 2013, e non dunque l'attuale. Per dirla con Ricucci, il mitico furbetto del quartierino, è un po' come essere generosi con il portafoglio degli altri. Roba da navigati surfisti del potere, che non costa ma dà un gran lustro. Stessa abilità Monti e compagni l'avevano dimostrata durante le vacanze di Natale, quando tutti gli italiani erano impegnati a tagliare il panettone e a stappare bottiglie di spumante per tirarsi su il morale dopo la stangata di dicembre. Siccome il gradimento tra i contribuenti era un po' sceso causa tasse e il governo non godeva di gran consenso, anzi qualcuno cominciava a rimpiangere Berlusconi, dalle parti della presidenza del Consiglio si sono inventati l'operazione «Capodanno a Cortina», sguinzagliando gli ispettori dell'Agenzia delle entrate. Un colpo da maestri, che in poco tempo e senza aggravio per le casse pubbliche con inutili campagne pubblicitarie ha risollevato la popolarità dell'esecutivo. Befera e i suoi uomini hanno regalato uno spot al premier, invertendo la tendenza. Passata qualche settimana, quando l'effetto promozionale dei blitz delle Fiamme gialle era in calando, ecco l'ufficio propaganda di Palazzo Chigi tirar fuori un altro coniglio dal cilindro: l'Ici della Chiesa. A far pagare i preti fino ad oggi non c'era riuscito nessuno, né di destra né di sinistra. Abituati da anni alla questua, in Vaticano erano pronti a prendere, non certo a dare. Eppure a Monti, con la sua aria un po' mesta da sacrestano, è riuscito il colpo e ora si prepara a incassare alcune centinaia di milioni di euro, ma soprattutto a portare a casa il consenso di quelli che erano scocciati di pagare mentre altri, fingendosi esclusivamente dediti alla carità, la facevano franca. Insomma, in appena tre mesi e senza troppa esperienza se non quella maturata in cattedra, un gruppetto di professori allo sbaraglio sta riuscendo là dove politici di lungo corso hanno fallito, ovvero darla a bere agli italiani. Non sappiamo infatti se ciò che sta facendo il governo vada nella direzione giusta, quella di risollevare l'Italia. Anzi, noi nutriamo più di un dubbio sul risultato finale, in particolare sulla capacità di evitare che il Paese sprofondi nella recessione. Ma nonostante ciò, Monti e i suoi professori hanno già dato una lectio magistralis di abilità politica che, se dovessimo riassumere in un titolo, sintetizzeremmo così: come in 100 giorni comunicare ciò che non avete fatto ma dite di voler fare. Un insegnamento che nel Pdl e nel Pd dovrebbero imparare a memoria  come le poesie di Leopardi. Ci viene un sospetto: ma la Bocconi non starà preparando un nuovo corso denominato «Laurea breve per aspiranti politici»? di Maurizio Belpietro

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