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Calciatore suicidato, è svolta: "Bergamini era già morto"

Nel 1989 il giocatore del Cosenza finì sotto un camion. La perizia dei Ris ribalta la tesi iniziale: c'è la mano della 'ndrangheta?

Giulio Bucchi
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Svolta nel caso di Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza in serie B morto il 18 novembre 1989 travolto da un camion sulla Ss 106 jonica. All'epoca si parlò di suicidio, mentre la perizia dei Ris di Messina depositata alla procura di Castrovillari ha rivelato come il ragazzo allora 27enne fosse già morto al momento dell'impatto con il camion. A chiedere la perizia è stato il procuratore Franco Giacomantonio che aveva ordinato lo scorso giugno la riapertura delle indagini. Durante la prima inchiesta, poi archiviata, la tesi accreditata fu quella del suicidio per amore, sostenuta dalla fidanzata di Bergamini dell'epoca, Isabella Internò (sentita dai pm anche lo scorso dicembre) con cui aveva appena litigato. Anche per questo per l'auotrasportatore che travolse e trascinò il calciatore per 64 metri all'altezza di Roseto Capo Spulico non ci furono conseguenze legali. Oggi però gli esperti del reparto scientifico dell'Arma hanno eseguito ulteriori accertamenti su una catenina e un orologio, ritrovati intatti nonostante nella versione ufficiale il calciatore si tuffò sotto il camion, e le scarpe che stranamente sono state repertate pulite. Dubbi e sospetti - Altri dubbi, dunque, si sommano a quelli già avanzati da Carlo Petrini nel suo libro del 2001 Il calciatore suicidato. Il sospetto è che dietro la morte di Bergamini ci sia la 'ndrangheta, coinvolta in un traffico di stupefacenti che utilizzava come mezzo di trasporto proprio la Maserati del centrocampista. Prima di quell'incidente, Bergamini era al telefono con l'amico fraterno e compagno di squadra Michele Padovano (di recente condannato a 8 anni per traffico di droga), che rivelò agli inquirenti come Bergamini avesse ricevuto una telefonata "che lo turbò tantissimo". Fuggito dal ritiro, intorno alle 17.30 si trovava con la fidanzata Isabella sulla statele jonica quando, dopo essersi fermato, la invitò a tornare a Cosenza mentre lui sarebbe andato in autostop a Taranto, prima di fuggire all'estero. In quel momento passò il camion e il giovane ci si buttò sotto. Tutto molto strano, visto che da referto sul corpo di Bergamini non c'erano segni di trascinamento ma soltanto un livido sulla tempio, come se qualcuno l'avesse colpito stordendolo. Suicida o, piuttosto, suicidato?  

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