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Fisco Bizzarro: Severino paga il 60% di tasse, Passera il 38%

Il Guardasigilli è il ministro più ricco: supera l'ex ad di Banca Intesa che però gode di benefici tributatri legati ai fondi pensione

Andrea Tempestini
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È il Guardasigilli Paola Severino il ministro più ricco del governo Monti. E doppia a sorpresa l'ex ad di Banca Intesa, Corrado Passera. Nel 2010 Severino dichiarava un imponibile di 7 milioni, Passera “solo” 3,5 milioni. Segue Piero Gnudi, con 1,6 milioni. Al contrario di tre Paperoni, ci sono ministri il cui reddito crolla (a circa 200 mila euro) con il passaggio al governo. C'è chi rispetto al 2010 migliora la sua posizione, come Andrea Riccardi, che sale da 120 mila euro a 280 mila (se si somma allo stipendio di ministro, la pensione da professore). Fuori classifica alcuni dei ministri, come Annamaria Cancellieri e Vittorio Grilli, che non dichiarano quanto percepito nel 2010. Ma la Severino ha pure un altro primato. Col fisco. Il titolare del dicastero di via Arenula paga la quota di tasse più elevata. Su 7 milioni di imponibile, nel 2010 ha versato nelle casse dell'Erario ben il 57,35% di quanto guadagnato. Percentuale ben più alta rispetto al 43%, che rappresenta  l'aliquota irpef massima. La ragione, probabilmente, sta nel fatto che nei 4 milioni il Guardasigilli ha conteggiato anche i contributi previdenziali e altri oneri diversi dai tributi. Fisco leggero, invece, per l'altro Paperone, Corrado Passera. L'ex amministratore delegato di IntesaSanapaolo ha incassato nel 2010 oltre 3,5 milioni di euro, ma l'amministrazione finanziaria si è beccata appena 1,36 milioni. Calcolatrice alla mano vuol dire 38%, cinque punti percentuali sotto il 43%, ultimo scaglione irpef che si applica a partire da 70mila euro. Nessun fenomeno di evasione, per carità. Il ministro per lo Sviluppo economico ha beneficiato di alcuni vantaggi tributari legati ai proventi dei fondi pensione. Più “regolare” invece il rapporto col fisco per il ministro del Turismo. Stiamo parlando di Piero Gnudi. L'ex presidente  di Enel viaggia attorno al 42% di tasse: 1,71 milioni di euro di redditi e assegno da 721mila staccato all'amministrazione finanziaria. Non tutti sono stati trasparenti sui dati fiscali. C'è chi infatti non ha allegato il modello 730 alla dichiarazione sulla situazione patrimoniale. Tra questi, il ministro degli Affari Esteri, Giulio Terzi (redditi da 120mila euro più indennità da ambasciatore per oltre 200mila euro). Il titolare del Viminale, Annamaria Cancellieri ha fatto melina e non ha dichiarato nemmeno il reddito 2010.  

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