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Via alle regole anti-ciccioni Scatta la rivolta dei vigili

Nel comune di Desio richiesti tono muscolare e agilità. Banditi trucchi e pettinature appariscenti. Ghisa con la pancia sul piede di guerra

Andrea Tempestini
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Che i vigili urbani, anzi  gli agenti della Polizia locale, debbano tenere un comportamento «consono» alla funzione quindi non fumare, non intrattenersi in futili conversazioni e non parlare al cellulare, sono regole comprensibilissime. Ma che debbano essere necessariamente magri e atletici stupisce non poco. Ma tant'è. Nel nuovo regolamento della Polizia locale di Desio, siglato dal comandante Maurizio Di Mauro e dall'amministrazione di centrosinistra, di regole a dir poco assurde ce ne sono eccome. Ma soprattutto scritte con un linguaggio se non burocratese, aulico, quasi incomprensibile. Qualche esempio? A parte la statura non inferiore a 165 centimetri per uomini e 161 per le donne e a sana e robusta costituzione (ma non troppo robusta!), si chiede: «il rapporto altezza-peso, il tono e l'efficienza delle masse muscolari, la distribuzione del pannicolo adiposo e il trofismo devono rispecchiare un'armonia atta a configurare la robusta costituzione e la necessaria agilità indispensabile per l'espletamento dei servizi di polizia».  Insomma se tra i 29 agenti desiani la maggior parte è cicciotta la regola è «palestra per tutti». Per non parlare della vista di cui è specificato ogni parametro e dei requisiti psichici. Ma Di Mauro e i suoi non si sono fermati qua: «I nuovi vigili devono anche essere colti e soprattutto a studiare le lingue straniere presso istituti specializzati, al fine di ottenere una corretta e completa conversazione nella lingua straniera scelta». Corsi di lingue e di difesa personale, uso dell'arma e norme generali di comportamento sono abbastanza prevedibili come i doveri di «non mantenere, al di fuori di esigenze di servizio, relazioni con persone che notoriamente non godono di pubblica stima, ovvero pregiudicate, e non frequentare locali o compagnie non confacenti alla dignità della funzione». Naturalmente attenzione all'acconciatura dei capelli, della barba, dei baffi nonché i cosmetici da trucco, siano compatibili con il decoro della divisa e la dignità della funzione, evitando ogni forma di appariscenza». E se il comandante ha difeso a spada tratta il nuovo regolamento, auspicando «una maggiore cura del proprio corpo atletico per chi - come ormai qualsiasi agente di Polizia locale - è chiamato anche a dover intervenire in situazioni gravi con agilità», in comando ci sarà qualcuno che non sarà d'accordo. Nessuno ha voglia di esporsi, ovviamente, per paura di perdere il posto, ma chi è particolarmente in carne e non ha nessuna intenzione di mettersi a dieta, sta borbottando non poco. Il fatto è che sembra difficile modificare il regolamento, quanto forse «chiudere un occhio». Intanto per ora almeno lamentarsi contro le regole non è contro il regolamento! di Laura Marinaro

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