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Berlusconi si lascia scappare: Con Monti anche dopo il 2013

Il Cavaliere detta la linea al vertice del Pdl: "Serve un patto col prof per uscire dalla crisi e per non regalarlo alla sinistra"

Andrea Tempestini
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  Il Pdl è pronto a sostenere Mario Monti anche dopo il 2013: sarebbe questa la linea dettata dal presidente del partito, Silvio Berlusconi, nel corso del discorso ai dirigenti azzurri di lunedì sera. La linea sposata dal Cavaliere è semplice: si deve stringere un patto con il Professore anche per il 2013 (o quantomeno non può essere aprioristicamente escluso) anche perché, avrebbe spiegato ai suoi, non sarà facile uscire da questa crisi economica entro un anno e per questo servono riforme condivise e un progetto più a lungo termine. Inoltre, Monti non può essere "regalato" alla sinistra, con un Pd in difficoltà come il Pdl. Serve il dialogo - Secondo Berlusconi, inoltre, è necessario dialogare con il Pd e l'Udc non solo sulla legge elettorale, ma anche sulle riforme costituzionali e per cambiare la giustizia, "la metastasi della nostra societa”. Ieri, lunedì 20 gebbraio, il Cavaliere, ha tracciato il percorso non solo da qui alla fine della legislatura. Lo scenario è che con un'intesa sul sistema di voto con il partito democratico - sbarramento alto per impedire il formarsi di piccoli partiti - (un confronto che spingerebbe l'Udc 'a scendere a pattì) anche la prossima legislatura potrà nascere sotto il segno della collaborazione in Parlamento. Il retroscena - "Sono stato io - ha sottolineato ieri Berlusconi nel suo intervento - ad indicare il nome di Monti a Napolitano. Angelino Alfano ha poi fornito un particolare in più: la delegazione del Pdl ricevuta al Colle ai tempi della crisi del governo Berlusconi mise al corrente il Capo dello Stato della possibilità che un gruppo di 30-40 deputati fosse pronto ad abbandonare la maggioranza. Napolitano avrebbe spiegato che in quel caso sarebbe stato costretto a mandare il Paese alle elezioni e che occorreva avere la responsabilità di capire la gravità del momento economico. Da qui, con il partito diviso e lacerato, la decisione di Berlusconi di dare il via libera al Professore a palazzo Chigi.   Il Pd spaccato - Ora il Cavaliere, pur esprimendo dei dubbi su alcune mosse dell'esecutivo (l'ex premier è perplesso sulle modalità della lotta all'evasione e ha rivendicato il merito di aver convinto il governo a concedere la deroga sui pagamenti in contanti per i turisti stranieri), è pronto a sposare il modello attuale di una alleanza tra i partiti moderati in Parlamento. Questa linea è stata ribadita ieri, proprio mentre nel Pd è in corso una spaccatura dopo l'intervista di Walter Veltroni in cui l'ex segretario ha spiegato che la questione al centro del tavolo è proprio il sostegno a Monti piuttosto che il tabù dell'articolo 18. Domani, mercoledì 22 febbraio, Berlusconi inconterà il presidente del Consiglio proprio per ribadire l'appoggio del Pdl all'esecutivo. Chiederà che ci sia ancor più coinvolgimento del Pdl sulle liberalizzazioni e che il governo vada avanti senza tentennamenti sulle riforme.  

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