Berlusconi cambia l'inno L'accusa: "E' un plagio"
Silvio non cambia il simbolo del Pdl ma l'inno. E il rapper J-Ax accusa: "Lo ha copiato. Denuncio l'ex premier"
Riparte da un nuovo inno, il Popolo delle libertà nell'era Monti. L'ex premier Silvio Berlusconi l'ha presentato in anteprima ieri sera a Villa germetto, durante la cena coi vertici del partito riuniti per discutere di alleanza e amministrative. Con "Gente della libertà", ha spiegato il Cavaliere, "intendiamo ribadire che il nostro partito è l'unico che si presenta alle elezioni amministrative". Nemmeno il tempo di annunciare la novità, ed ecco che a Silvio è arrivato l'attacco. No, non da Bersani, Fini o Casini. Ma dal rapper J-Ax, alias Alessandro Aleotti, già leader del gruppo Articolo 31. Sostiene il rapper che il ritornello dell'inno pdiellino "Noi siamo il popolo della libertà, gente che spera, che lotta e che crede nel sogno della libertà" ricorda troppo "Gente che spera", contenuta nel settimo album degli Articolo 31, datato 2002. E giura: "Denuncerò berlusconi per plagio". Il rapper J-Ax: Silvio mi ha copiato Guarda il video su Libero Tv Per l'inno che cambia (J-Ax permettendo), il simbolo che resta. Al vertice di Villa Germetto, infatti, Berlusconi ha assicurato che il simbolo del Pdl sarà presente ovunque si andrà al voto per le amministrative della prossima primavera. Poi si è congratulato per il grande successo dei congressi, che hanno visto una grande partecipazione di iscritti, sottolineando come grazie a delle regole ferree i pochi furbetti siano stati esclusi. Qualcuno, alla vigilia della cena, parlava di possibile notte dei lunghi coltelli, con epurazione degli ex An e nascita, di fatto, di un nuovo partito più simile a Forza Italia. Niente di tutto ciò, almeno per ora. L'ex premier è comunque preoccupato per alleanze (al Nord, con la Lega) e apparentamenti (al Sud, con l'Udc). Sono quattro le città che turbano il sonno del Cav e dei suoi collaboratori più stretti: Palermo, Genova, Lecce e Verona, anche se proprio nella città scaligera il Pdl potrebbe approfittare della scissione interna tra Carroccio e sindaco Flavio Tosi. Ma che la situazione non sia rosea lo confermano i sondaggi. Alla vigilia della campagna elettorale c'è un dato dell'astensione altissimo, intorno al 50 per cento. Le urne vuote penalizzano il centrodestra. Il Pdl, prova a tranquillizzare Berlusconi, "è al 23,6%, ma in crescita a livello nazionale". Tuttavia, secondo l'agenzia Agi, ci sarebbero alcune Regioni, specie nel Nord, dove il movimento franerebbe addirittura sotto il 10 per cento. Dato più che allarmante, anche se smentito da via dell'Umità. In ogni caso, Silvio si è raccomandato: evitare di caricare di significato politico questa tornata elettorale, sono solo elezioni locali.