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Altri fischi per Napolitano Sardegna, tour del disonore

Il presidente della Repubblica contestato a Sassari da indipendentisti e lavoratori: accusato di essere un uomo delle banche

Lucia Esposito
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Nuove contestazioni per Giorgio Napolitano in Sardegna. Indipendentisti sardi, Movimenti anti Equitalia, ed esponenti del Partito comunista dei lavoratori. Tra i cartelli degli slogan, il Presidente viene definito "uomo delle banchè e il Governo Monti 'Infamè. “Lo contestiamo perchè non ci  ha ricevuto”. Lo ha detto all'Adnkronos il leader del Movimento   pastori sardi, Felice Floris, in merito alle contestazioni al   presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al suo arrivo al Teatro  comunale di Sassari per le celebrazioni del 450° anniversario della   fondazione dell'Università e del 150° dell'Unità d'Italia. Pastori,   popolo 'partite ivà, 'movimento anti-Equitalià, trasportatori e   'liberi commerciantì hanno contestato Napolitano “perchè non ci ha   ricevuto anche qui a Sassari, come ieri a Cagliari”, spiega Floris.   “Abbiamo sempre in mente - ha detto Floris - cosa ci è stato   fatto a Civitavecchia quando ci fu impedito di Raggiungere Roma e   abbiamo in mente la lettera che gli abbiamo mandato il 10 gennaio   2011, quale garante dei diritti costituzionali, alla quale non ci ha   mai risposto. Noi chiedevamo il diritto costituzionale di manifestare   e di muoverci liberamente”.  La difesa del Colle -  Il presidente della Repubblica ha denunciato oggi la necessità di affrontare una crisi economica che in Sardegna è particolarmente grave, "per vari aspetti drammatica" ma "nella piena consapevolezza del contesto in cui ci troviamo, vale a dire un'Unione europea in seria difficoltà e in un mondo radicalmente cambiato".   Bisogna, ha spiegato rispondendo alle domande di alcuni studenti dell'università di Sassari, "far valere gli impegni assunti nei confronti della Sardegna e che non sono stati rispettati".   Rivolgendosi poi a "chiunque alzi la voce per protestare", Napolitano ha detto che contestare è "legittimo purchè non si sconfini nell'illegalità e nella violenza". E soprattutto "non si tratta di ricorrere a formule ideologiche, ma di considerare le basi serie per lo sviluppo in un contesto europeo molto critico"

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