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Dopo l'addio al sogno olimpico Roma batte cassa per Giubileo

Il sindaco della Capitale Alemanno scrive a Monti: vuole un "tavolo" per riprogrammare lo sviluppo della città in vista del 2025

Matteo Legnani
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Dopo la rinuncia alle Olimpiadi nella Capitale, il sindaco Gianni Alemanno scrive al presidente del consiglio Mario Monti.  Chiede un «tavolo di confronto» con il governo e vuole  riprogrammare lo sviluppo di Roma in vista del Giubileo 2025. La lettera arriva nel giorno di un mini rimpasto in giunta. Per soddisfare la sentenza del Tar sulle “quote rosa” ecco un tecnico: Lucia Funari, già capo dipartimento, entra come nuova titolare dell'assessorato (Politiche del patrimonio e della casa) che ha finora diretto. Prende il posto di Alfredo Antoniozzi. Dalla candidatura ai Giochi del 2020, Roma avrebbe potuto trarre - scrive Alemanno - un'iniezione di capitali: «Ben 9,8 miliardi di finanziamenti, di cui 4,3 miliardi di investimenti pubblici e ben 5,5 di investimenti privati». Sparito il volano Giochi olimpici, restano dunque «sul tappeto due grandi problemi». Il primo è la mancanza di risorse per coprire tutte i costi per «far convivere la vita quotidiana di una grande metropoli con il ruolo di Capitale della Repubblica». Il secondo problema è la «scadenza epocale» del Giubileo. Che non può essere affrontato da Roma «con un aeroporto intercontinentale attualmente sottodimensionato», scrive Alemanno, e «con una mobilità interna ancora troppo dipendente dal trasporto su gomma». Il primo cittadino si dice conscio della crisi, ma ricorda i fondi pubblici per l'Expo 2015 a Milano. Nel tavolo con il governo il sindaco di Roma chiede a Monti di affrontare quattro punti. Il primo è la «verifica delle politiche di razionalizzazione della spesa e di eliminazione degli sprechi» messe in atto fin qui dal Campidoglio. Rimangono perà  due problemi, «la revisione del patto di stabilità interna, che rischia di paralizzare tutti gli investimenti sul territorio, e la drastica contrazione dei trasferimenti statali e regionali sul trasporto pubblico locale, che per Roma ha comportato un taglio, insostenibile, di circa il 43%». Alemanno chiede poi «l'approvazione del secondo Decreto legislativo di Roma Capitale (...)», con «norme efficaci per garantire lo snellimento delle procedure (...) e il riconoscimento dei costi e delle necessità patrimoniali connesse allo status di Capitale». Il terzo punto riguarda il «Piano Strategico di Sviluppo di Roma Capitale che è stato già approvato lo scorso anno dalla Giunta capitolina in relazione alle Olimpiadi 2020 e che deve essere oggi aggiornato in vista del Giubileo del 2025». Infine il primo cittadino chiede il «riconoscimento del secondo polo turistico di Roma (...) come distretto turistico balneare». «Signor Presidente», conclude Alemanno, «le difficoltà incontrate sul progetto della candidatura olimpica non ci fanno dimenticare che il primo atto legislativo del Suo governo è stata l'approvazione in prima lettura del decreto legislativo su Roma Capitale». di Chiara Buoncristiani

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