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Grazie alla caccia all'evasore ridurranno le aliquote Irpef

Il governo vuole ritoccare al ribasso le aliquote tramite un fondo finanziato dagli evasori. Crediti a imprese, verso lo sblocco di una nuova tranche

Andrea Tempestini
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Dopo i blitz e l'incremento della pressione fiscale il governo si impegna a tagliare le aliquote Irpef grazie ai proventi della lotta all'evasione. Questa una delle due priorità del governo Monti, che venerdì varerà il pacchetto semplificazioni che prevede anche un inasprimento delle pene per chi truffa sugli studi di settore e, contestualmente, pignoramenti più 'soft' per contribuenti privati e imprese. La seconda delle priorità sul tavolo dell'esecutivo è quella dei crediti delle imprese e di come lo Stato possa ripagarli, almeno in parte, in tempi rapidi. Aliquote Irpef - Il governo ha intenzione di mettere nero su bianco l'impegno a restituire ai contribuenti onesti quello che, di fatto, è stato sottratto loro dagli evasori. Come? La soluzione caldeggiata sarebbe quella di creare una sorta di fondo con parte dei soldi provenienti dalla lotta all'evasione, un paniere da utilizzare per ridurre le aliquote o per la concessione di nuove detrazioni. Secondo le indiscrezioni, il possibile intervento diretto sull'Irpef potrebbe essere agevolato anche dalla riorganizzazione delle detrazioni già esistenti (secondo le stime del governo ne dovrebbe scaturire un maxi-risparmio da 20 miliardi l'anno da destinare alla riduzione del deficit). Gli interventi si dovrebbero concentrare sull'aliquota più bassa - quella del 23% che si applica nella forchetta tra i 7 e i 15 mila euro -: obiettivo è ridurla al 20 per cento. La squadra di Monti mira a ridurre anche le aliquote superiori, sfoltendole e accorpandole al 30 e al 40 per cento. Crediti delle imprese - Per quel che concerne i pagamenti alle imprese, dopo lo sblocco di una prima tranche da 5,7 miliardi con il pacchetto liberalizzazioni di fine gennaio, il governo potrebbe decidere di anticipare l'entrata in vigore della direttiva europea sui tempi dei pagamenti da parte dell'amministrazione pubblica, che verrebbero ridotti a 60 giorni. La direttiva potrebbe entrare in vigore già nella primavera del 2013, ma per le nuove forniture, in Italia, potrebbe essere adottata già da quest'anno. Resta sempre il problema del credito residuo che possono vantare le imprese, che oscilla tra i 70 e i 100 miliardi di euro: una somma enorme, che potrebbe essere però lievemente ridotta già venerdì grazie a una nuova tranche di pagamenti.

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