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Lista nera per chi non fa scontrini

L'ipotesi del ministero dell'Economia: rendere pubblici i nomi di chi non emette fatture e passare al setaccio gli ultimi cinque anni

Lucia Esposito
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Arriva la gogna fiscale per chi non emette scontrini e fatture. E viene pizzicato. Nell'anno domini 2012, a corto di quattrini e a caccia disperata di risorse, è tornata in auge la guerra agli evasori. Il governo, alla disperata ricerca di risorse, sta dando la caccia ai soliti furbetti dallo scontrino fantasma. Se è vero, come ha ricordato l'altro ieri la Corte dei Conti, che l'evasione fiscale ammonta ad un tesoretto stimabile «tra i 100 e i 120 miliardi», Guardia di Finanza e Agenzia delle Entrate hanno ricevuto il chiaro mandato di incentivare i controlli (in verità precipitati del 2.000% negli ultimi anni). Polemiche a parte per le recenti “visite” nei luoghi più glamour del Paese, l'idea che frulla tra i cervelloni di via XX Settembre è di inserire chi è incappato in un controllo (per omessa emissione di ricevuta o fattura), in una sorta di “lista nera”. Secondo il  Corriere della Sera si starebbe valutando l'ipotesi di adottare un elenco  dei furbetti, signori pizzicati ad evadere da rivoltare opportunamente come calzini.  Partendo dal principio che chi viene pizzicato una volta difficilmente si ravvede, lo si sbatte alla gogna fiscale e si passa al setaccio sottile magari gli ultimi 5 anni (poi interviene la prescrizione).  La strategia della tensione (fiscale) potrebbe aver già dato buoni frutti. Lo scorso anno l'Erario ha recuperato “solo” 11,5 miliardi di euro, meno del 10% dell'evasione prudentemente stimata dalla Corte. Ma comunque un miliardo in più rispetto al 2010. L'Istat esagera e ipotizza un nero da oltre 250 miliardi, mentre  Bankitalia sta nel mezzo (160 miliardi). Ma i controlli - e la gran cassa mediatica - potrebbero far ravvedere i furbetti. E aumentare gli incassi. Le associazioni di categoria (commercianti e artigiani) preferiscono «non commentare quelle che per il momento sono solo ipotesi». Però i flussi telematici sugli incassi potrebbero fornire già con gennaio l'andamento (positivo) delle maggiori entrate

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